mercoledì 27 febbraio 2008

A TE DONNA


Nel risveglio del mattino sospiri dolcemente per il giorno che ti attende…

tu madre,compagna tu figlia ,sorella tu amica e nemica.
Nel tempo remoto schiava,regina madonna ,eroina femmina desiderata, angelica presenza agognata e cantata.
Tu "donna"di ieri dolce e timida remissiva e paziente tu "donna" di oggi



ribelle e indipendente aggressiva e intrigante tu desiderio di uomo-amante
Tu "donna" nel tuo cammino di corsa frenetica ricorda…sei nata dall’AMORE



e VALORE tu sei…tu essere umano complicedi quel progetto d’amore della storia infinitache è la nostra vita.

REGINE D'AMORE



Regine vorrei fossero tutte le donne consapevoli e sicurec ome querce ampie ed ombrose della propria forza flessuose e gentilic on chi di loro abbisogna come fronda di salice l’acqua accarezzaacute ed attente come aquile a scrutar dal cielo ogni vibrar dell’erba e come volpi astute nell’evitar l’inganno.
Regine senza paura ché paura ogni virtù cancella.
Regine d’amore che sanno loro cuor donare con infinita dolcezza ma senza mai obliar saggezza.

lunedì 25 febbraio 2008

IO TI VOGLIO SONO IO


Getta via i vestiti,i connotati, i ritratti;

non ti voglio così,travestita da altra,figlia sempre di qualcosa.



Ti voglio libera, pura,irriducibile: tu.

Quando ti chiamerò, so bene,fra tutte le genti del mondo,solo tu sarai tu.

E quando mi chiederai chi è che ti chiama,che ti vuole sua,sotterrerò i nomi,

le pergamene, la storia.

Comincerò a distruggere quanto m'hanno gettato addosso da prima ancora ch'io nascessi.

E ritornato ormai all'eterno anonimato del nudo, della pietra, del mondo,ti dirò:

"Io ti voglio, sono io".

Parla piano il cielo, sussurra,sfiora i vetri con le sue mani lievi di nebbia.

Pensieri umidi di nostalgia scivolano lungo i muri e le strade,si disperdono nell'aria.L'inquietudine di sentire mi imprigiona l'anima,spettro di un paradiso mai conosciuto.E resto qui con la mia pelle e il mio grande amore,tanto lo so che dall'infinito non si può fuggire.


un sogno insieme


Toccami come il mare la notte.

Portami sorrisi di sale e labbra che danzano sulle onde lente del mio respiro.

E come acqua scivola tra le mani,attraversa la mia pelle,

prendimi l'anima e portala lontano.

Voglio sentirti come il mare la notte.

Addosso.

Dentro.


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raffica d'amore

L'amore ha qualcosa a che fare con i sensi di colpa?Con il senso del dovere?Con le convenzioni e convenienze sociali?Con la paura di stare soli?Con la paura di non essere più seducenti come un tempo?Con l'esigenza di fare un figlio mentre il ticchettio dell'orologio biologico si fa opprimente?Quante di queste pippe mentali portano a risposte nichiliste...Eppure quanti 'amori' duraturi si reggono proprio su sensi di colpa, di responsabilità, sul tempo che stringe...la scalata al potere e/o al successo non può prescindere dalla capacità di 'fare lobby'...quante coppie, che poi magari durano nel tempo, nascono come lobby embrionale che poi si espande?...Gli altri sanno amare più di me, hanno un cuore più generoso e vergine...o semplicemente si fanno meno domande?Quelle storie che si sentono tantissime volte...il lasciato (o la lasciata) che minaccia di uccidersi se la ex non lo riprende con se...come mi comporterei in una situazione di quel tipo?...Non è una colpa se un sentimento finisce...non è una colpa...ma non riuscirei a lasciare...non riuscirei a gestire il senso di colpa della depressione della persona che lascio...figurarsi se dovesse uccidersi davvero....ma che c'entra con l'amore il restare con una persona solo per non farla soffrire? e la fedeltà? è così centrale?conta più essere fedeli o il non emozionarsi più a comprare regali, scrivere biglietti, scegliere con cura la carta...magari provando ancora qualcosa di profondo semplicemente tenendosi per mano...penso...mi domando...dubito...e mi dimentico di amare...mi dimentico com'era...forse basterebbe avere la sincerità di non usare questa parola con troppa facilità...forse mi basterebbe avere meno senso critico...meno onestà intellettuale...accettare il fatto che certe coppie vanno ormai avanti con il pilota automatico...ma lo fanno serenamente...ed una vita serena non mi sembra un obiettivo da disprezzare (a meno che dopo i 30 si creda ancora ad affermazioni adolescenziali tipo 'vivi ogni tuo giorno come fosse l'ultimo'...)o forse ho solo il cuore piccolo piccolo...

venerdì 22 febbraio 2008

TI AMO DA MORIRE

Quattro parole, quattro luci abbaglianti. Mi sdraio sul letto cercando di non pensarci, ma non è facile.
Ti vedo….sei sdraiata sul letto. Hai le gambe bene aperte, vuoi vedere mentre gioco con il tuo sesso, nutrendomi, succhiandoti via l'energia che ti resta. Hai bisogno di guardarmi, di catturare i movimenti della mia lingua e collegare le immagini all'inferno di piacere che ti sta provocando. Sento che stai per venire di nuovo, ancora una volta. Sento che stai per perdere ogni controllo. Riesco a vedere il riflesso tenue della luce sulla tua pelle bagnata, tra le gambe, dove hai appena goduto in un tripudio folle di sensazioni.
Ti fa inferocire per come domino il tuo piacere. Ti senti impotente.
Ma mi lasci fare, ti basta guardarmi e sentirmi, intercettare un sorriso.



E' come una musica che ti entra dentro lentamente, come una canzone che ti resta in testa per giorni interi senza che nemmeno tu sappia le parole. E' come l'andamento lento e sensuale di una danza orientale. Ho le mie mani tra i tuoi capelli, ma non ho la forza di premerla contro di me. Le lascio lì, posate sulla tua testa, affinché seguano quei movimenti che mi stanno togliendo la forza di essere cosciente di quello che accade. E prima o poi il mio battito cardiaco tornerà normale. Adesso voglio solo sentire le tue labbra bagnate sulle mie. Ti siedi sulle mie ginocchia, indugi. Fai in modo che i tuoi capezzoli sfiorino le mie labbra, ma appena vedi aprire la mia bocca ti ritrai.







"Mi vuoi sentire?", ti chiedo con la voce alterata dall'eccitazione che torna ad impossessasi di me, del mio corpo, del mio cervello.
"Sì", mi rispondi con un sussurro, la bocca ancora aperta.
Metto una mano tra le tue gambe, faccio scivolare le dita tra le labbra, perché si impregnino di quello che è stato il tuo piacere e di quella che sta per essere di nuovo la mia voglia. Mi piace guardare il tuo volto mentre lei viaggia leggera, e leggervi il piacere assoluto .Mi piace sentire la forma del tuo sesso, godere dei suoi solchi pronunciati, delle sue vene impazzite. Mi piace sentirlo fremere sotto le mie dita, e osservare il tuo volto stravolto.E poi la poso, aperta, sulla tua faccia, senza alcun riguardo, perché mi senta e mi respiri.


Ho talmente tante sensazioni addosso che potrebbe scoppiarmi il cuore in un attimo e le mani mi formicolano, talmente sono gonfie di voglia. Mentre le tue cosce si strusciano contro le mie, il tuo pelo s'imbeve della mia eccitazione, la stessa che fino ad ora ti ha tenuta sul filo del rasoio, come una lupa in calore. Voglio che l'aria che respiro sia prigione per il mio petto inquieto ed il profumo che mi sta salendo al cervello sia la lama di piacere che mi penetra piano. Ti voglio, ti voglio annusare, non osare staccarti, non te lo permetterò.

Ti voglio respirare come se non avessi più scampo, come se fosse la mia unica, pazzesca, ancora di salvezza. Ti voglio folle e sragionata, ti voglio in trappola tra le mie mani che iniziano a toccarti ovunque, mentre il tuo bacino ondeggia e quel tuo movimento così sinuoso, così maledettamente eccitante...mi ammalia. Voglio insinuare questa lingua di fuoco nella grotta che è dimora per le tue labbra e catturare di te ogni sapore, soffocare ogni gemito, percuotere ogni parola...istigarti al delirio, distruggere ogni pudore per poi abbandonarmi alle carezze di entrambi.


Voglio scoparti. Voglio penetrarti, voglio entrare dentro di te. Dalla mia bocca semiaperta appare una lingua perversa, che inizia a frugare sul tuo collo pulsante e con tutta la sua forza preme contro quella pelle madida, assapora i lineamenti che delineano il viso e lentamente s'insinua dietro le orecchie, prima uno e poi l'altro, percorrendoli in ogni loro anfratto, facendosi strada tra le ciocche di capelli che cadono sulle spalle. Dall'orecchio scivolo all'angolo della bocca e lì mi soffermo. Inizio un piccolo movimento sussultorio, come se volessi scavarlo fino ad allargarla di più, fino a che diventi carne viva e quindi proseguo sempre molto lentamente sui contorni delle labbra, saggiandone la morbidezza, leccando in mezzo ad ogni più piccola piega. Dopodiché appiattisco più che posso la mia lingua e percorro quelle labbra a tappeto, come se fossero miele da consumare, menta fredda da divorare per avere un po' di sollievo, per quel fuoco che continua ad ardere, tremendo e irrispettoso di un cuore non abbastanza forte per queste palpitazioni. Ma non mi basta, voglio leccare anche le tue guance rosso porpora ed arrivare alle palpebre, intercorrere tra le sopraciglia, stroppiciarle, infradiciarle.

Ora sei prigioniera della mia bocca, sei tu che sembri immobilizzata, sei tu che pendi dalle mie parole mentre esse ti rendono pazza di idee, ti battono dentro al petto come un tamburo indigeno. Avida sporgi i tuoi denti e come una sanguisuga mi attacchi al collo, vuoi lasciarmi i segni della tua folle eccitazione.Le ciocche dei tuoi capelli ti percorrono le spalle, scivolando sul seno erto, sui capezzoli che sembrano marmo è in questo preciso momento che avverto ogni tuo brivido impadronirsi di te, comandare alle tue mani di rendermi il piacere, quello di toccarmi…la tua mano percorre la mia pancia e va ad insinuarsi tra le mie cosce. Mi piace che la tua mano sembri fatta apposta per lui. Lo sento mentre lo fai scorrere su e giù, dalla base alla punta, a tempo con i battiti dei nostri cuori. Sento che sono perfettamente complementari, che si amano a vicenda. Non hai bisogno di pensare, la mano sa cosa fare, e lo sa alla perfezione, sembra dialogare direttamente con me. Ora è il mio odore che hai sulle dita.



Le nostre bocche si toccano ancora, fino a che i baci diventano osceni, fino a che ti spingo verso il letto, trascinando nel vortice ogni più impudica percezione.
Sdraiata sul letto, nuda e ansimante per i troppi baci ricevuti, mi aspetti sorridente. Ho un piccolo bricco caldo in mano, ma tu hai gli occhi chiusi, non vedi.
Inizio a versare miele caldo sui tuoi piedi, sulle tue gambe. Mi soffermo appena un po’ di più sulle cosce che brillano alla luce dondolante delle candele. Salgo lentamente, guardo le gocce cadere dense sul tuo magnifico corpo, lambire i tuoi fianchi e riunirsi sotto, nell’incavo bellissimo della tua pancia. Mi piace sentirti sospirare. Verso miele sui tuoi seni, sui tuoi turgidi capezzoli, disegno cerchi leggeri.






Non ho fretta, aspetto che il tuo corpo reagisca. La tua bocca sorride e sospira invitante, non è facile resistere, e non posarvi la mia, secca di emozione. Su quelle labbra che so essere dolci come niente al mondo, faccio cadere alcune gocce. Ne assapori il gusto con la lingua. Oh, adorata lingua…non posso resisterle. La tue gambe si aprono un po’, rivelando l’unico punto che ho volutamente e un po’ crudelmente trascurato."
"Sono cauto. La goccia deve cadere esattamente lì. La guardo mentre si stacca lenta, tracciando nell’aria una linea gialla e odorosa. Cade, infine, ti tocca. Un piccolo urlo di dolore e piacere ti sfugge dalle labbra, sorrido.

Il tuo bellissimo corpo, vestito di miele e tremante, si tende e finalmente parli. “ ancora, ….ancora, ti prego….” Vieni ora sopra di me, ti voglio come piuma e macigno sopra di me, piacere e dolore senza tregua. Ora che i passaggi del tempo si annulleranno, solo ore infinite di fremiti e onde, costellazioni disegnate sui nostri corpi, marchiate nelle nostre menti, ora che non esiste domani, ora che c'è solo la notte...oscurità eccitante che ci travolgerà.
Ti amo da morire."


Sciogli il ghiaccio dal mio cuore.

Avvolgimi nella tua bellezza.

In questa nascente notte.

Che profuma di noi.

Di due anime nude.

Nate dal sangue.

Forgiate dall’odio.

Sole nella morente pazzia.

Che si abbandonano.

L’un l’altra-

Nell’impercettibile.

Melodia di sospiri.

O,FALLACI UN UOMO

Ti amavo come non avevo mai amato una creaturaal mondo, come non avrei mai amato nessuno. Una volta avevo scritto che l'amore non esiste e se esiste è un imbroglio. CHe significa amore? Significava ciò che provavo a immaginarti impietrito, per dio, con lo sguardo di un cane preso a calci perché ha fatto pipì sul tappeto, per dio, ti amavo, per dio. Ti amavo al punto di non poter sopportare l'idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, le tue colpe, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni, il tuo corpo con le spalle troppo tonde, le tue braccia troppo corte, le tue mani troppo tozze, le tue unghie strappate. E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello, e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l'amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, ma un amore così non eran neanche una malattia, era cancro!..."

mercoledì 20 febbraio 2008

LE CAREZZE

Ogni carezza non è fatta solo di contatto, è fatta anche di tempo, di

tempestività. E' fatta del momento giusto, della durata opportuna. Non meno di quel tanto, ma quel tanto che basta. Che basta a far capire all'altro più cose di quelle che potrebbero far capire le parole.
Si possono davvero ricordare delle carezze ricevute nel passato? Si può vivere nella speranza di riceverne domani? E' difficile rispondere, quasi impossibile. Perché la carezza è qui. E' la concretizzazione dell'affetto, la certezza dell'amore, una presenza indispensabile, che nessuno può ignorare.
Simbolo e stimolo. Risveglio e scoperta. Ogni carezza non può non distinguersi da quella precedente. Ognuna è fatalmente sempre diversa.La carezza di domani non potrà essere confusa con quella di oggi.


Che siano le carezza che cambiano o noi che cambiamo, attraverso le nostre carezze, quelle che prodighiamo e quelle che riceviamo, poco importa. La carezza resta il gesto più umano e più raffinato che ci sia, un gesto che non può essere né distratto, né falso.
Il miglior sistema educativo, lo sappiamo, è fatto di carezze ben dosate.
L'amore vero rigurgita di carezza, i grandi affetti non sono che una sinfonia di carezze.
Ogni carezza ha un marchio, ogni carezza ha un peso. Forse ogni carezza ha un nome.
C'è dunque il tocco. Lo sfioramento. C'è il calore, lo sfregamento, lo stimolo. La carezza non è cosa disincarnata. C'è il senso, c'è il sesso.
Ma la carezza non è fatta soltanto di carne, di pelle.
Ogni carezza potrebbe essere paragonata a una parabola, a un modo particolare di esprimersi. Ve ne è tutta l'ambiguità. Ogni carezza non è mai completa, mai definitiva. E' una frase da terminare; sono puntini di sospensione o è un punto interrogativo? Comunque sia, ogni carezza, se si guarda bene, ha un'anima.

Detto in altro modo: non ci sono solo in gioco le papille dermiche e le terminazioni nervose. Ci siamo dentro, in ogni carezza, tutti interi. E se una carezza non è abbastanza sincera, il nostro essere al completo ne risentirà. E se una carezza non è stata sufficientemente impegnativa non ci sentiremo impegnati né come amanti, né come amati.
Dietro a ogni carezza ci sono delle immagini, delle fantasie. Ci sono delle convinzioni, delle speranze. Ci sono dei sogni.
Carezze molteplici e svariate; carezze lievi e carezze intense; carezze che lasciano intravedere un seguito, ma anche carezze fini a se stesse; carezze dei genitali e carezze di tutto il corpo; carezze infine che eccitano e carezze che placano: l'arte di amare forse gioca il tutto per tutto con le carezze.
Chi non si stanca di accarezzare conosce la vera durata dell'amore, il momento magico della soddisfazione.
Nell'atto d'amare, non solo le mani accarezzano, ma sono i corpi interi che si accarezzano. Anche la lingua e le labbra accarezzano.
Ma che dire delle carezze che seguono l'orgasmo? Le più difficili, certo. Tutto può sembrare finito, compiuto. Ci si può slegare, allontanare. Non c'è più bisogno di eccitazione, di seduzione. Ci si può sentire felici ed esausti. Non si ha più bisogno di niente. Invece forse stanno qui le carezze che contano di più. Sono carezze di conoscenza di completamento, carezze soffuse, davvero gratuite, senza secondi fini. Sono queste le carezze che legano che promettono un domani. La veemenza è finita. Le esplosioni dei sensi si sono quietate. Gli impulsi non si fanno più sentire: resta solo la tenerezza, restano solo le carezze.
Non ci sono solo carezze erotiche: ci sono carezze di approvazione, carezze con cui si esprime il proprio consenso a uno sforzo, a un progetto audace. Ci sono carezze con cui si esprime l'amicizia, come ce ne sono altre con cui si esprime, ahimè, la pietà.
Perché non contribuire alla cura dei malati con delle carezze, piuttosto che con l'abitudine all'asprezza? Dietro l'asprezza in questi casi c'è il pensiero che bisogna 'soffrire per guarire'. Dietro le carezze invece c'è l'idea che bisogna, in un modo o in un altro, vivere la propria malattia. Per meglio utilizzarla, per meglio superarla.
La carezza non è un puro dono generoso da parte di chi fa questo gesto e non deve fornire un sentimento di mendicità, di bisogno a che la riceve. La carezza, in altre parole, è benefica sia per chi la riceve sia per chi la fa. Entrambi ci guadagnano qualcosa, non fosse che nella loro capacità d'amare.
Tutto in fondo può essere possibile con le carezze: soggiogare la collera, disarmare la distruzione, quella materiale e quella psicologica. Tuttavia il regno della carezza resta quello dell'amore. Dove vi sia equilibrio, ancora una volta, tra chi fa le carezze e chi le riceve.






Le migliori carezze dunque, le carezze eccelse, le più vere sono le carezze degli amanti. Qui la carezza penetra a fondo nei sensi, infiltra la pelle, le mucose, prende corpo, pur conservando il suo messaggio che trascende il visibile, il palpabile. E' un messaggio, come sappiamo, di completa disponibilità, di adesione totale.
La carezza è reale mescolanza di psiche e di soma, di spirito e di corpo. E' l'effettiva mescolanza di tenerezza e di passione intensa, di dolcezza e di erotismo infuocato, di innocenza e, quasi di perversità.
Che dire di più della carezza? Solamente una cosa, un avvertimento, un appello, per noi tutti: che se abbiamo fino a ora trascurato le carezze, non perdiamo più tempo. Mettiamoci a leggere. Per incominciare o per ricominciare ad accarezzare... ad accarezzare come si deve.

domani saro qui


Lo so, ma domani sarò ancora qui a chiedere ciò che non mi darà, ciò che non posso gustare e maledetto sìa perchè sarebbe il sapore più dolce che abbia mai assaggiato in vita mia. Atteso, immaginato, desiderato come mai altro sapore.E maledette siano queste illusioni che mi regalano dieci minuti di immagini anelate, volute, implorate per poi sbattermi spalle al muro contro una certezza fredda dal sapore acido. Ma domani so che tornerò a trovarle, nella solitudine di queste illusioni, allucinazioni malate ma bellissime, irrinunciabili. Solo con il cuore ci andrò, solo con l'immaginazione.Dopo, sarò ancora sola. E ancora aspetterò, ancora brucerò impalata a un desiderio che non ho il diritto di pensare. Attenderò che sìa qui e forse arriverà, ma non mi basterà il respiro, l'immagine sua, meraviglioso che mi guarda...



Scrivo per dirti che ti sto pensando.


Ti vedo sopra di me, nuda, mentre facciamo l'amore.


Il tuo ondeggiare ad accompagnare i miei movimenti...


Il tuo seno, che avvicini alla mia bocca, per farmelo assaporare....I


o che ti accarezzo, partendo dalle cosce, risalendo i fianchi...


E poi a baciarci sempre con più' passione e


le lingue mai sazie dei nostri corpi...

martedì 19 febbraio 2008

ombra di donna


“…la tua ombra di donna, va accarezzata e tenuta con cura, che non abbia a spaventarsi e fuggire e magari tornare, tornare ancora e sentirsi un'ombra di qualcuno, di un corpo, di te”…parole che arrivano con lo scriversi in diretta, parole contenute, parole amabili, parole che giungono al mio essere, al mio essere donna, al mio vivere quotidiano, al mio modo di pormi a volte in modo prepotente e invasivo, altre dolce e tenero…
Leggimi nel passato, nei pensieri, nei giri di danza con la vita…leggi i miei convincimenti, sfoglia gli stati d'animo e le situazioni che mi fanno essere così oggi e chissà domani!Leggimi come io ti leggo, scomponi il tuo essere al suono della voce che ti scrive.
Il suono della voce…musicali le parole che pronuncia, rumorose parole che le labbra trasmettono alle dita…ti accarezzano, mi accarezzano e sono qui con noi…sogni che viaggiano su aquiloni trattenuti dalla mano.Come ti vivo?...Nel tuo umore di uomo dal viso accarezzato dai miei occhi chiusi
per vederti nei sogni e per parlare a tutti i tuoi sorrisi.
Cosa ho fatto?...Ti ho dedicato parole, emozioni, dolcezza da assorbire, da esprimere, da emanare nella quotidianità dei giorni , usale, impregnati della delicatezza che possono ancora trasmettere...
Cosa vorrei?...Voltati, osserva i miei occhi, petali cristallini di memoria, di sole, di luci ed ombre, di chiaroscuri e stelle, di ideali e quotidiano. Il respiro si allarga proiettandosi nel cielo, il mio cuore assorbe…arriva l’alba, le stelle se ne vanno, nell’aria ascolti un sussurro, si ode ancora un bisbiglio e l’abbraccio si scioglie, stanco e sazio della notte.
Anime che si protendono, ascoltano i bisbigli del cuore, attendono fragili emozioni, afferrano grigie solitudini.
Indugiano in trepidi sogni, sostano all’ombra dell’amore…soffocano respirando Amore.



Ho rovistato tra i pensieri sfuggiti alla mente, ho rubato parole lungo l'arco del cielo, pensieri sommersi, trafugati al giorno.

Inganno in altri tempi e in altri luoghi,il giorno ne modifica la forma Selvaggio silenzio
catturato da dolore
Quando la sera poiarriva inaspettata Confondersi nel rosso rubino e nell’abisso della notte
Perdermi nella tua stanca solitudine.

lunedì 18 febbraio 2008

SADO E MASO

Non guardarmi così Sado.Lo sai che potrei aver paura.O forse chissà.
E' proprio la paura che cerco...Dentro i tuoi occhi.Che, ogni tanto.
Mi guardano di sfuggita.Come volessero ricordarmi:" Stai attenta.
Che il tuo Padrone sono io...".E allora abbasso gli occhi guardinga.
E un po' rattristata, ma piacevolmente...Con una subdola felicità che mi pervade...E allora mi pento.

E allora ti voglio..
E allora mi spoglio


Mi sfrego.Ed abbandono testa e piedi.Mentre tu mi prendi con forza i capelli.
E mi guidi dove sai...Mentre io Tua schiava di sempre.Eseguo a dovere-Per non farti arrabbiare.E comincio a miagolare.Chiudendo gli occhi senza pensare.
Solo che a te.E a ciò che mi dovrai fare...



Ehilà C'è nessuno lì dentro?Fai un cenno se riesci a sentirmi.C'è nessuno in casa?Forza adesso.Sento che sei triste.Io posso alleviare il tuo dolore.Rimetterti in piedi.Rilassati....Avrò prima bisogno di qualche informazione.Solo i fatti essenziali.Puoi mostrarmi dove ti fa male?
Non c'è dolore, ti stai allontanando.Il fumo distante di una nave sull'orizzonte.Stai solo venendo attraverso onde.



Le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire quello che stai dicendo.Quando ero un bambino ho avuto la febbreSentivo le mie mani come due palloncini.Adesso ho ancora una volta quella sensazione.



Non riesco a spiegarlo, tu non capiresti.


Non sono così
Sono diventato piacevolmente insensibileOK.Solo un piccolo pizzicotto.Non ci saranno più "aaah!"Ma potresti sentirti un po' male.Puoi alzarti in piedi?



Credo che stia funzionando, bene.Questo ti farà andare avanti nello spettacolo.Forza, è tempo di andare
Non c'è dolore, ti stai allontanando.Il distante fumo di una nave sull'orizzonte.Stai solo venendo attraverso onde.Le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire quello che stai dicendo.Quando ero un bambino ho catturato uno sguardo fuggevole.Solo con la coda dell'occhio.Mi sono girato per guardare, ma se n'era andato.Non posso più metterci le mani sopra, ora.



Il bambino è cresciuto, il sogno è andato.E io sono diventato piacevolmente insensibile

sabato 16 febbraio 2008





Anche gli occhi tremano in questa incalcolabile notte.Colano dagli inferi valanghe di corpi ustionati affannando conforto a indifferenti sorrisi.

Tira forte il vento verso quelle mani calde.Volte al cielo svigorite per ghernire farnelli di luce bianca.Brillano i lampioni tra le case.
Corro controvento a piedi nudi sull’asfalto.Mi confondo tra la gente.




Ma ti vedo, ancora.Sbattono le donne sulla strada.Batto forte un pugno contro il petto.E ti imploro ,ancora.Per tutto ciò che di vero c’è in un sorriso.




Per tutto ciò che di sincero c’è in una parola.Se la verità è scritta sulla sabbia.




È li che leggero le parole che ti riporteranno a me.
Anche gli occhi tremano in questa sospirata notte.
Che ci ritrova schivi e uniti .È difficile guardare dentro agli occhi.

Chi del dolore ti ha fatto tanto capirema forse è proprio nell'armonia di uno sguardo immemoleche un giorno vedrai L’infinita bellezza che c’è ancora ,
da scoprire.

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