venerdì 22 ottobre 2010


Bello è, nascosti, sentirsi cercare!
Piu' bello essere trovati,
se e' questo che vogliamo e della volpe
e' degno il cane.
Bene sapere e non dire,
meglio sapere e dire,
se puoi trovare quell'orecchio raro
che ti comprenda.


Un istante con te
è un mare infinito
in cui perdersi
ritrovando il cuore.
E’ una brezza lieve
che prelude
ad un vento sferzante
caldo e potente.
Il sole che sorge
è un istante con te,
è la luce del giorno
che si affaccia sincera.
Anche solo un istante
dura per sempre
ed è senza tempo
guardando i tuoi occhi.
Il mondo è più chiaro
se cammino con te
e distanze impossibili
diventano brevi.
Lo attendevo da sempre
un istante con te.

giovedì 14 ottobre 2010


" Non esistono più le donne tra il bianco e nero, sono sono aflati di ricordi nelle parole di una notte.
Vorrei ballare questa notte .... con te.
Esiste altro oltre la tua seta ?
No, solo il passo che mi porta all'esterno del mondo.

mercoledì 13 ottobre 2010

divina



Divina
vorrei entrare in te,
ma non voglio solo i tuoi pertugi
quei banali ed elastici canali di interscambio sessuale.
Voglio dimorare presso di te
nella tua essenza,
voglio perdermi e ritrovarmi in te.
Oh Dea...mi vergogno un po' se dico
"sei una persona speciale"
l'amore rende speciale ogni cosa
l'essere speciale è un concetto relativo,
spesso insulso.
Però ti prego, ti prego, ti prego
affinché io possa aderire a te
affinché io possa conferire con te
regalami i tuoi spazi
donami il tempo
e la conoscenza di te.
Non ronzare,
non volare
non sotterrarti
nell'abisso dell'indifferenza
senza rischiare di specchiarti nello sguardo della mia anima.
Ti voglio conoscere!
L'eco di queste poetiche fesserie
mi ricorda una sola cosa: le dee non si conoscono,
si pregano.
Quindi affido il mio piccolo dolore
al cielo perché possa scomparire nei riflessi di un arcobaleno.
Prima o poi....




Del Domani migliore di Oggi
Del presente miraggio del futuro
Della Vita che mi è stata donata
Del sorriso che giorno per giorno ti porgo
Espressione dell'Io che mi appartiene
Vita che sei dentro Me
Ti conduco per mano
Fra solchi invalicabili
Di un viver sereno
Di una realtà
Dove c'è solo
L'arcobaleno

lunedì 11 ottobre 2010

Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo,
finché mi affanno resterò in affanno.
Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista
dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte.
Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco,
ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello.
Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini,
così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare.
Slacciati, perché quell'accordo armonioso
mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto.
Via quel busto felice, che invidio,
perché può starti così stretto.
E via la gonna che svela una tanto bella condizione,
come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge.
Via il diadema tenace, ed esso mostri
il diadema fluente dei capelli che da te si leva:
e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero
in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto.
In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti
essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te
un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene
cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo
questi Angeli da uno spirito malvagio,
quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.

Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare

avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto.
Oh mia America! Mia nuova terra scoperta,
mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina,
miniera di pietre preziose, mio Impero,
come sono benedetto in questo mio scoprirti!
Entrare in questi ceppi significa essere liberi;
dove metto la mia mano sarà il mio suggello.

Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute,
come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare
per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate
sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini,
tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma
la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni.
Come dipinti, o come gaie rilegature di libri
fatte per i profani, così sono le vesti delle donne;
in sè le donne sono libri mistici che solo noi,
fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati.
E poiché io sono chiamato a conoscere tanto,
liberamente mostrati come a una levatrice;
getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini:
all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.

Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque,
per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?


Occhi chiusi e scarpe strette. Accordi di cielo vestono rami ancora nudi. Vago tra segni dal sapore che non so definire, un sapore tagliente a scrivere sulla mia bocca confusa, malinconia collosa. Malinconia che si attacca ai denti e blocca la parola, mentre vorrei masticare il risveglio, farlo aderire alla lingua, inghiottirne il colore. Quel morbido colore, ricco di umori e intimità nuove. Ammutolisco nel biancore lunare, sorpresa di questo pomeriggio, senza capo né coda, e allungo il passo verso casa…come randagia, celata in voli tra le ombre.

venerdì 8 ottobre 2010




E che importa se …
il vapore dei desideri deraglia in liquide stelle
il fuoco fa rotta in abissi di ghiaccio
il convoglio naufraga in corsi spumeggianti
l’arcobaleno diventa tempesta.

Ascolto il silenzio della tua notte
svestita dei coriandoli del tempo
e il tuo scorrer rubino croccante e duro
alla radice del mio cuore s’immerge nell’infinito.

Perpetuo è il canto del mio ardore
cicatrice di sogno impressa di brace
vigoroso, impetuoso, delirante e sfacciato
gola che non sa stare zitta del suo gorgheggiare.

Sempre odo le tue tracce che profumano d’estasi
sconsideratamente nel buio sfioro il tuo profilo
e veleggio a cavallo del raggio splendente di Rigel
l’oscurità soccombe e s’abbandona a chimere
e io m’accendo avvinghiata al fascio della tua luce
!

martedì 5 ottobre 2010

tantra

Nel mondo tantrico, ogni uomo è la manifestazione del principio divino maschile, incarnato da Shiva e ogni donna è la manifestazione dell'eterno principio femminile, rappresentato da Shakti, la forza creatrice dell'Universo

Soltanto quando Shiva è unito a Shakti ha il potere di creare.
E' sempre la sacra unione fra energia e coscienza, tra Shakti e Shiva dentro di noi
.


Il fallo è la fonte del piacere. E' il solo mezzo per ottenere il piacere terreno e la salvezza. Guardandolo, toccandolo e meditando su di esso, gli esseri viventi si possono liberare dal ciclo delle vite future"

Il Tantra è un concetto filosofico che si è evoluto in un lungo spazio temporale e dove è ampiamente riconosciuta l'idea di sacralità del mondo. E' una scienza che si occupa della realtà, di ciò che si è; non è morale né immorale. Ogni morale crea un senso di colpa, crea ipocrisia: invece il Tantra crea benessere e armonia.
Si basa sull'azione: ogni aspetto della creazione e dell'esistenza è da considerarsi sacro ed è visto come un atto di devozione. Il praticante quindi cerca di trasformare ogni aspetto della sua vita quotidiana in qualcosa di divino.
L'illuminazione infatti, può essere trovata in tutte le attività, inclusa l'attività sessuale. Si padroneggiano il desiderio, il piacere, non combattendoli o rimuovendoli, ma immergendovisi totalmente.
La via tantrica è la realizzazione spirituale attraverso il lavoro nel corpo e nella materia e il non ritirarsi dall'azione. Essa infatti si caratterizza per avere spostato il centro del percorso yogico dalla pura contemplazione all'azione, trasformando la sadhana, la pratica yogica, in una realizzazione concreta.
Con il Tantra il corpo e la mente diventano un calderone nel quale vengono messi dentro sentimenti, ego, il mondo con tutti i suoi elementi e, come catalizzatore, l'immaginazione. Il risultato è una trasformazione alchemica, La pratica tantrica costruisce e demolisce la realtà, come un gioco, fino a che essa diventa la vera natura delle cose, l'essenza, il vuoto, il puro potenziale che esplode in energia e materia in ogni momento.
Il praticante tantrico manda in frantumi l'apparenza ordinaria creando nuove strutture esistenziali.
Non si tratta di visualizzazioni creative nel senso generalmente usato, ma di decostruire blocchi di realtà e ricostruirne altri alternativi.
L'obiettivo è quello di riconoscere la propria intima, intrinseca natura primordiale sotto tutte le apparenze.
Quando la vera natura di ogni cosa viene rivelata, anche il più insignificante momento acquista un'estrema bellezza che scuote la mente. In questo modo, non c'è più nulla di ordinario nella vita.
Il Tantra è una profonda accettazione della vita, trasforma l'amore in meditazione, insegna a non gettare via nulla, a non opporsi a nulla, a non creare conflitti, perché in ogni conflitto si distrugge solo se stessi.
La vera trasformazione non avviene attraverso la conflittualità, ma attraverso la consapevolezza. E' una tecnica, un metodo che dal fare giunge all'essere, è un lasciarsi andare con consapevolezza, usare ciò che si è per evolvere, andare oltre, per trascendere. E per ottenere questa trascendenza il Tantra invita a usare se stessi.
Non è una religione, non chiede di credere a niente, invita soltanto a provare certe esperienze che possono rivelare cosa c'è dietro e cioè, l'enorme potenziale energetico e la vastità della coscienza. Insegna anche ad ascoltare i suggerimenti del cuore e a confidare maggiormente sull'esperienza.
Il Tantra inneggia a vivere la vita intensamente, totalmente, liberandola dalle tensioni, dai modelli precostituiti, dalle inibizioni. E' il sentiero dell'anima che onora anche il corpo celebrando i sensi e le esperienze di vita. E' dire sì alla vitalità, alla sacralità del corpo e alla gioia della sessualità e dell'amore.
Questa sua caratteristica basilare è alquanto contraria con quanto avviene nella filosofia giudaico-cristiana, nella quale il corpo viene negato.
Il corpo è il mezzo per l 'esperienza di vita, così come lo sono pure i pensieri e i sentimenti e, insieme, sono il fulcro della consapevolezza quotidiana. L'energia sessuale è l'energia essenziale ed è presente in ogni cellula del corpo. Può essere un fattore limitante, divenire un ostacolo, oppure può essere il trampolino per realizzarsi, per l'evoluzione.
Se il mondo è la creazione del potere divino, lo è anche il corpo e dobbiamo quindi onorarlo, nel Tantra il corpo è considerato il Tempio di Dio.

domenica 3 ottobre 2010


Chiamami nel silenzio del tuo cuore,
cercami nell'amore che muove il mondo...
Io sarò là.
Chiamami in un pensiero dolce,
cercami nel sorriso di chi ama...
io sarò là.
Chiamami se piangi da sola,
cercami nei pugni della rabbia...
Io sarò là.
Aspettami nel sole, nel vento,
nella pioggia che cade,
nel fuoco che ti scalda.
Aspettami nel cielo nero,
sulla tua stella spenta...
Io sarò là.

venerdì 1 ottobre 2010




Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abracciavo, prima ti guardavo,
ti cercavo tutta, ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell’anima lontana,
eterna presenza.

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