ilvintes1958 ""IL RACCONTO DELL'AMORE ATTRAVERSO IL SE""
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lunedì 31 marzo 2008
Ma una mano che tira con odio non comprende il solievo di una mano che ama.
gli angeli
TOC TOC
mi fai posto
nel tuo cuore
Mi fai scivolare
nella tua anima
dove scriverò
a voce il mio
amore x te...
la cosa più bella
amore sei tu...
l'emozione mia
più grande....
Mi fai entrare?lascia aperta
la porta del nostro
mondo fatato...
mi poserò sulle tue labbra....
respirerò di noi
ancora una volta...
TI AMO
Tu mi Emozioni in ogni istante Cuore mio... sei il mio Amore Grande ed Infinito...
Sei dentro di me da sempre... in questa Vita come nelle Vite passate...
Fai parte del mio Vissuto... passato, presente e futuro... fai parte integrante del mio Cuore... senza Te il mio Cuore nn sarebbe + lui...
Tu Anima mia Vivi in me... e Regni nel mio Cuore come nella mia Anima e nella mia Vita...
Toc Toc posso entrare nel Tuo Cuore?
"Ci sei già nel mio Cuore"
Come Tu nel mio Vita mia...
Insieme Forever nel nostro mondo Fatato...
una carezza sul tuo dolcissimo Cuore...
un bacio sulle tue splendide labbra...
un tenerissimo abbraccio eterno x Noi...
Ti Amo Anima mia...
kamasutra
La donna-cerva ha questi tre modi di giacersi:
la posizione ampiamente aperta;
la posizione sbadigliarne;
la posizione della moglie di Indra.
Si parlerà della "posizione ampiamente aperta" quandola donna sollevi le proprie parti addominali, abbassandoin pari tempo il capo. Quanto all'uomo, questi dovrà ricor-rere a un unguento atto a facilitare la penetrazione.
Si ha la "posizione sbadigliante" quando la donna sol-leva le cosce e si dedica al congresso carnale tenendolebene aperte.
Si definisce posizione di Indrani quella per cui la donnatiene le gambe ripiegate, dedicandosi all'unione con lecosce premute contro i fianchi; la si apprende soltantocon la pratica, ed è utile anche in caso di "unione eleva-tissima".
La "posizione avvolgente" ha luogo nel caso di "unionibasse" e "infime", in una con la "posizione premente", conla "posizione intrecciata" e con la "posizione della giu-menta".
La "posizione avvolgente" si ha quando le gambe delmaschio e della femmina si accavallino a vicenda. Essaè di due tipi, laterale e supina, secondo come i due sigiacciono; nel caso della posizione laterale, il maschio do-vrebbe stare sempre sul fianco sinistro, in modo che ladonna stia sul destro, regola che va rispettata con tuttii tipi di donne.
Quando, iniziata l'unione nella posizione avvolgente, ladonna serra l'amante tra le cosce, si parlerà di "posizionepremente".
Se la donna mette una sola coscia sopra quella del-l'amante, si avrà la "posizione allacciante".
Allorché una donna trattiene con la forza nella yoniil lingam una volta che questo vi sia penetrato, si parleràdi "posizione della giumenta". La si impara soltanto conla pratica, e ha corso soprattutto tra le donne del paesedi Andhra.
Quelle testé elencate sono le diverse modalità di con-giungimento menzionate da Babhravya, alle quali Suvar-nanabha aggiunge tuttavia le seguenti.
Quando la donna solleva entrambe le cosce, si avrà la" posizione ascenderte ".
Quando solleva cosce e gambe e le posa sulle spalledell'amarne, si avrà la "posizione sbadigliarne".
Quando le gambe sono contratte, in modo che l'amantele abbia a contatto del proprio petto, si avrà la "posizionecompressa".
Quando una sola gamba della donna è allungata, siparlerà di "posizione semicompressa".
Quando la donna pone una gamba sulla spalla del-l'amante, allungando l'altra, e poi mette questa sulla spalladi lui e distende la prima, continuando così alternativa-mente, si parlerà di "spaccatura del bambù".
Quando una delle gambe della donna è posta sullatesta dell'amante, e l'altra allungata, si dirà che essa "batteil chiodo". La posizione può essere appresa soltanto conla pratica.
Quando la donna tiene entrambe le gambe contrattesul ventre, la si dirà "posizione del granchio".
Quando le cosce sono sollevate e accavallate, si avrà la"posizione accartocciata".
Quando a essere accavallati sono gli stinchi, si avràla "posizione lotiforme".
Quando, durante il congresso carnale, l'uomo rotea suse stesso e continua a possedere la donna senza uscire dalei che lo abbraccia stringendone il dorso, si ha la "posi-zione girante", che si impara solo con la pratica.
Questi diversi modi di congiungersi stando distesi, sedutie in piedi, dovrebbero, secondo Suvarnanabha, essere pra-ticati nell'acqua, ciò che li rende più facili. Ma Vatsyayanaè dell'opinione che il coito nell'acqua sia sconveniente, inquanto interdetto dai precetti religiosi.
Quando un uomo e una donna si sostengono ciascunosul corpo dell'altro, oppure appoggiandosi a un muro ocolonna, e cosi stando si congiungono, si parlerà di "unionesorretta".
Quando un uomo si regge appoggiandosi a una parete,e la donna, sedendo sulle mani di lui intrecciate al disotto di lei, gli stringe le braccia al collo e, serrandonela vita con le cosce, si muove spingendosi con i piedi con-tro il muro al quale l'uomo sta addossato, si parlerà di"unione sospesa".
Quando la donna si regge sulle mani e i piedi a mo'di quadrupede, e l'amante la monta a guisa di toro, siparlerà di "unione della vacca". In tale occasione, tuttoquanto di solito vien fatto alla parte anteriore del corpo,si farà al dorso.
Allo stesso modo, possono venire eseguite l'unione delcane, l'unione della capra, l'unione del cervo, la montaforzosa dell'asino, il congresso carnale del gatto, il balzodella tigre, la compressione dell'elefante, lo strofinio delcinghiale e la monta del cavallo, tutti casi in cui le carat-teristiche di tali animali dovrebbero essere manifestateagendo a loro guisa.
Quando un uomo si gode contemporaneamente duedonne le quali lo amino in ugual misura, si parlerà di"congresso abbinato".
Quando un uomo si gode molte donne assieme, lo sidefinirà "congresso della mandria di vacche".
I seguenti tipi di congresso carnale: quello praticatogiocando nell'acqua ovvero l'unione di un elefante conmolte elefantesse (che appunto si dice abbia luogo nel-l'acqua), l'unione di un branco di capre, l'unione di unbranco di cervi, hanno luogo a imitazione di questi animali.
A Gramaneri, molti giovani si godono una donna, even-tualmente sposata con uno di loro, uno dopo l'altro oppurecontemporaneamente. A tale scopo, uno di essi la tiene,un altro la possiede, un terzo ne usa la bocca, un quartone regge la parte mediana del corpo, e così via, godendotutti successivamente delle diverse zone di lei.
Lo stesso può accadere quando parecchi uomini stianocon una cortigiana, o un'unica cortigiana sia sola con moltiuomini. Possono far così anche le donne dell'harem delrè, quando riescano a procurarsi un uomo.
Le gemi dei paesi del sud praticano anche il coito anale,detto "unione inferiore".
Tanto basti per i diversi tipi di congresso carnale. Nonmancano due versetti in merito, che dicono:
"Una persona ingegnosa dovrebbe moltiplicare i tipidi congresso carnale, secondo i modi dei vari generi diquadrupedi e uccelli. Che questi diversi tipi di congresso,in conformità alle usanze di ciascun paese e alle prefe-renze dei singoli individui, fanno nascere amore, amici-zia e rispetto nel cuore delle donne."
venerdì 28 marzo 2008
Siamo anime lontane che si cercano corpi che cercano carezze il tuo respiro caldo mi invade la mente.Il desiderio di te mi fa impazzire e ti sento chiudo gli occhi e sfioro i tuoi capelli.Labbra infuocate per placare questo fuoco lingue che si rincorrono mani che vagano .Ti sento tremante ad offrirti a me come un fiore ti schiudi offrendomi il tuo nettare....
mercoledì 26 marzo 2008
(Oriah Mountain Dramer, anziano di una tribù pellerossa)
TRADIMENTO
Perché ora mi vieni vicino e fai finta che niente è successo? Che questa sera sia come tutte le altre quando ancora in cucina disegni i tuoi cerchi di piccione che tuba. Conoscevi il momento, la mattonella precisa del muro dove sarei scivolata, fin dove le tue braccia m’avrebbero accolta e sollevata di peso.
Pochi passi e mi sarei ritrovata distesa a fremere di voglia reclamando la fretta di sentirti di dentro. Non ti saresti fatto pregare, mai negli anni mi hai mancato rispetto o m’era parso che le tue mani facessero attrito. Mai negli anni ho preso sonno leggendo un libro o pensato a cosa pensassi se m’avessi dato le spalle.
Ma allora perché è successo? Ti prego non urlare, non chiamarmi da dietro la porta! Lasciami almeno la dignità d’una donna tradita dentro questo antro nel bagno dove mi cullo con le gambe sul viso ed un pollice in bocca. Lascia che questo cesso trattenga le lacrime, che verso a goccia a goccia come se il malessere che sento non avesse la forza d’uscire d’impatto.
Mai avrei pensato di passare una notte chiusa a chiave nel bagno in attesa di non reggere l’impeto di vomitare quello che è rimasto intatto sui piatti in sala da pranzo.
Non era un granché, un piatto di pasta e una carne scottata, ma sapeva di famiglia, di fiducia! Aveva il sapore soffice d’un qualsiasi giorno che volgeva alla fine, dove ogni sera cercavo rifugio e m’accovacciavo nel posto più morbido per sentirmi serena.
E’ vero! Dovrei scappare di casa senza lasciarti il recapito della mia infinita tristezza, senza lasciarti l’appiglio che ora o domani tu possa ancora sperare come adesso mi chiedi di aprire la porta, come ancora hai l’ardire di minacciarmi che svegli i vicini e ti metti a gridare. Fallo se vuoi, non me ne frega più nulla!
Mi spieghi perché dovrei aprire la porta? Quale ragione a questo mondo mi potrebbe dar forza di guardarti in faccia, la tua bocca che mi reclama come se vantasse ancora qualche diritto. La vedo come se ce l’avessi davanti che risucchia emozioni e aspira saliva d’un’altra.
Come fai a muovere le labbra e dirmi che m’ami? Come cazzo fai a tradire due volte nella stessa giornata, a fondere il cuore e non sentire qualcosa che stride di dentro.
Ma davvero stasera avresti toccato i miei seni col ricordo tra le dita di quelli d’un’altra? Dimmi almeno come sono, se sono più grandi, più morbidi e nell’incavo sprofondi come hai fatto con i miei per ogni sera in tutti questi anni. Come fai a non sentirti ridicolo quando mi parli d’amore? Le tue parole sanno di delinquenza, le tue mani che bussano sanno di stupro su questa mente costretta a sentire che l’ami, su queste tempie che battono e fanno dolore.
Mi sento vuota, scavata nell’anima. Mi rannicchio e m’abbraccio le gambe per farmi più piccola dentro quest’angolo. Sono occhi e pelle senza memoria, sono capelli morti che scendono secchi e mi coprono il viso. Ti prego lasciami sola! Smettila di colpire la porta e far finta di dare testate sul muro. Tanto nessuno crederebbe al tuo dolore, nessuna donna può credere ad un uomo che reclama d’essere capito e puzza ancora di femmina calda!
Me ne sono accorta da sola e tu non me l’avresti mai detto! Perché solo l’odore ti sbatte in faccia quello che mai avresti voluto vedere! Chissà quante volte è successo! Tante quante le paure che ora t’assalgono e ti fanno pentire al punto di dirmi che è stato uno sbaglio, che è stata la prima. Come posso crederti! Se ora ripenso alle tante volte quando un piccolo neo s’ingigantiva nella mia testa. “Ma cosa vai a pensare?” Mi ripetevo ridicola fino al punto di sentirmi infedele perché non ti esternavo i miei dubbi, lasciandoli sciogliere nell’immensa fiducia dove fino a stasera mi sarei bruciata una mano.
Stringo la faccia tra le ginocchia perché non voglio sentirti, chiudo i miei sensi perché non voglio immaginare, non voglio sentire la confessione di chi alle corde ora cerca una via d’uscita. Mi diresti convinto che non è bella, che non l’hai neanche baciata. Ma allora perché! Che stupida! Sto chiedendo spiegazioni! Sapendo benissimo che non ci sono ragioni quando un uomo s’infila cieco tra le gambe d’un’altra, non ci sono ragioni all’istinto di provare piacere quando sente una donna che gode!
Conoscendoti non vedo altri motivi, perché allora? Se non quest’orgoglio di sentirla strillare, di sentirla fremere mentre la riempi di tutto te stesso. Come una farfalla che gira e non trovi altro che ucciderla per sentirne il possesso! Come una donna che ancheggia e scivola via e ti viene l’istinto d’esserne il padrone, di scoparla nel mezzo dove più sente dolore.
Perché allora? Non voglio che tu mi dica i dettagli, che per filo e per segno tu mi descriva dove e per quanto ti sei sentito più uomo, intinto nel caldo bollente d’una voglia di donna. Vorrei solo sentire cosa ti ha fatto scattare la molla, il momento preciso dove hai deciso d’agire seguendo il profumo d’una gonna che si svasa alla brama e fa ruote e fa cerchi, e fa pieghe distorte negli occhi che continuano a danzare per interminabili secondi.
Ora mi chiedo cosa c’è dentro quell’irrefrenabile istinto, cosa c’è dentro due mani incompiute che salgono lungo la trama del desiderio che incombe e si saziano al tatto.
Mi pento di non aver mai avuto l’istinto di assaggiare altra saliva, di sentirne il gusto e la differenza che in questo momento, ti giuro, mi darebbe consolazione, mi farebbe almeno sentire normale davanti a te che ripeti convinto che è stato uno sbaglio. “Ma quale cazzo di sbaglio? E se anch’io fossi andata a letto col primo stamattina che mi ha detto buongiorno? “Prego s’accomodi signore, è pulita ed odora di more, l’ho lavata apposta prima d’uscire! La prego non stia lì impalato, mi baci sul collo mentre apro le gambe!”
Come ci saresti rimasto se t’avessi poi detto che era stato uno sbaglio? Ti prego, non dirmi che eri confuso, che a nulla hai pensato nel momento che …
Oddio perché mi voglio fare ancora del male? Ogni volta che ci penso mi sembra che mi stai tradendo di nuovo, che ogni volta t’infili, godi, strizzi gli occhi e rantoli come un maiale.
Ti prego, smetti di bussare. Non serve. Stanotte rimango nel bagno. Non esco! Non voglio vederti come un cane bastonato con le orecchie abbassate. Non so se questa è l’ultima volta che sento la tua voce, se domani me ne vado e ti lascio davvero solo come un cane. Ora non so nulla, ed il prezzo che paghi è l’indecisione di non sapere cosa faccio domani, per sempre.
Ho ancora nel naso quell’odore, mi sciacquo, mi lavo la faccia, ma lo sento ancora, sporco e dolciastro come lo sterco di uccelli per strada. Venisse almeno un temporale! Laverebbe di dentro il mio cuore, che ora allo sbando salta ogni tanto una corsa.
Ti prego smettila, sei libero di tornarci, tanto io chiusa qui dentro ci passo almeno la notte, ci passo il tempo per sentirmi pulita. Fammi almeno un favore. Ti prego smettila, non uccidere la mia speranza. Non farmi pensare che indistintamente gli uomini siano tutti uguali. Ho bisogno di dare fiducia, di ricevere amore. Voglio vivere e mai potrei pensarlo di farlo da sola.
ANIMA FRAGILE
Anima fragile.
Instancabile trottola.
Che levigandoti nell’aria.
Ricerchi la tua pace.
Sembri impazzita.
Sorrisi che si mescolano.
A doloreFanno di te un mistero.
Ai pochi decifrabile.
Anima fragile.
Eppure inarrestabile.
Inguaribile sognatrice.
Di se stessa.Le tue cadute sono.
Equilibrio su nuovo asse.
E linfa per nuova danza.
Ricerchi vento sui tuoi capelli.
E pioggia sulla tua pelle.
Ma sarà una luce nel buio.
A catturarti.
Mi chiedo se t’accorgi.
Di dove stai andando.
Se ti è nota la composizione.
Dei tuoi continui sbandamenti.
Nervosamente avanzi.
Verso chi ancora non sai.
Verso chi è lì che t’aspetta..
E non chiedo a me stesso.
Riuscirò a darti pace?
Perché è questa una domanda.
La cui risposta è nel mio sangue.
Ciò che invece io mi chiedo.
Nelle notti di ogni giorno.
È se tu esista per davvero.
Mia anima fragile
martedì 25 marzo 2008
STUPITO
NETTARE
In questo intreccio di abbracci...
TAGORE
Vorrei essere nei tuoi occhi
per guardare il mondi come lo vedi tu
Alle volte
Vorrei regalarti un pezzo del mio cuore
per farti sentire l'amore come io lo sento
Se mi dai la tua mano
e guardiamo insieme nello stesso cielo
Io nei tuoi occhi e tu nel mio cuore
lo spazio davanti a noi
diventa immensità...
domenica 23 marzo 2008
di continuare a cercare
finchè non ci sarà più niente da nascondere ...
E allora lascia le strade che ti fanno diventare
quel che non vuoi veramente essere
lascia le strade che ti fanno amare
chi non vuoi veramente amare .
Il tempo mi ha detto
che è difficile trovare una come te
una cura tormentata
per una mente piena di problemi .
E il tempo mi ha detto
di non chiedere di più
perchè un giorno il nostro oceano
troverà la sua riva .
E l'anima del tempo si fa sentire dentro di me.. Dico al mio cuore di nontacere mai, al mio sorriso di non spegnersi mai, ai miei occhi di continuare ad amare.. Sogno tenerezza.. l'abbraccio , una carezza sul mio volto , la tenerezza di uno sguardo, la gioia infinita di un'incontro, la dolcezza di ogni parola, una voce che mi entra nel cuore, sogno la tenerezza di un bacio rubato, di un momento infinito.. Ma siamo cosi vicini, e cosi lontani..
il giusto
venerdì 21 marzo 2008
AL BUIO
Al buio è l’attesa che ci stimola i sensi, enfatizza l’evento
Voglia di te dei tuoi capelli sciolti, della tua pelle bianca
Voglia di te del tuo profumo denso, del tuo sapore intenso
Al buio sono i nostri corpi nudi, intrecciati, pieni d’ardore
Al buio sono solo voci, le nostre voci a urlare quel piacere
Voglia di te della tua bocca, dei tuoi capezzoli tra le dita
Voglia di te della tua lingua, delle tue mani sul mio sesso
Al buio è il tuo viso bagnato di gioia da un pianto a dirotto
Al buio ti guardo sperado che il giorno si attardi ad uscire .
immenso...
silenzioso... e forte... troppo forte.
È il dolore che sento...
dentro di me... sembra voglia esplodere...
c'è.. sì c'è...
nel petto... nello stomaco...
nella testa e... anche lì...
nella parte più profonda...
dove neanche io riesco a entrare...
c'è... nell'anima c'è...
ed è voglia...
struggente... dirompente...
prepotente... e.. possente...
è qui in me...
è la Voglia di Te...
i tuoi occhi... la tua voce... il tuo odore... il tuo sapore...
è voglia... voglia pazza... di te.. .
martedì 18 marzo 2008
UN DEDICA
Sesso
Intesa
Passione delirio
Desiderio
Appagato inappagato
Voglia d’amare
D’amore
Voglia di giocare o far sul serio
Voglia su queste umide labbra
Voglia di assoluta complicità
Voglia di sguardi cercati e incrociati
Di mani impazienti … mani audaci…
Passati i giorni, i mesi, passeranno gli anni
Passano i ricordi, gli eventi, gli inganni
Passato un treno, se ne aspetta un altro,
Sperando che passi, e mai più passerà.
Giorni lontani, brevi ma intensi,
Giorni vivaci, allegri, fugaci
Giorni passati, trascorsi a sperare
Che quel gioco acerbo, l’amore portasse…
E invece no, non v’era tempo per noi
Se non quello fatto di voglia di avere
Voglia di ….
di Amore
di Sesso
d' Intesa
di Passione e delirio
di un Desiderio...
Appagato, inappagato
Voglia d’amare
D’amore vero
Con su scritto un t’Amo
Che mai fu Detto
AMORE FOLLE
bisogno irrefrenabile d' amore
bisogno primordiale di Amare
bisogno indispensabile di "essere" Amata...
perdita d’identità!
Confusa, quasi come rapita dall’estasi
Luci, colori, voglie, delirio,
palpitazioni ormonali impazzite!
…osservo ….
oltre il bagliore dei tuoi grandi occhi
oltre il verde smeraldo
oltre un blu d'oltremare
oltre il tramonto che si perde attorno a noi
e lentamente muore solo dentro me...
senza amore … senza nutrimento,
perché un giorno senza te...è un giorno senza cibo
tu ... che fermi il tuo sguardo su di me,
tu ... che fermi la tua mano su di me
…. mi blocchi
…. mi stringi
poi mi avvolgi a te…
come non volessi più lasciarmi andare
io… incapace di porre resistenza
mi lascio amare di un amore povero ma pieno intenso
fino a saziarmi di te … ma cosa rimarrà domani di me di te che non siamo più dentro un “noi”io e te divisi, dentro queste menti questo illusorio amore frutto solo di una malata mente
una mente priva di raziocinio
una mente che null'atro vede sente vuole che quel bisogno di te...
Povera mente mia... che pena mi fa....
e che tu ci creda o no è la
andare avanti senza rimpianti
con gli occhi colmi di lacrime di gioia
andare avantio senza voltarsi mai
sabato 15 marzo 2008
UN PO DI CULTURA NON GUASTA
La comunione, sacramento principale, sarà, per conseguenza, 1' unione intima del credente con la Dea, cioè la vibrazione dell'anima all’unisono della corrente attrattiva, la fusione completa dell'essere nel fluido dell'amore: sarà l’orgasmo.
L’orgasmo! Quale cosa divina e misteriosa! Al termine dell'atto di piacere, la carne intera strasaturata della corrente si stende bruscamente come la bottiglia di Leyda si scarica al contatto del dito dell'operatore. L'amore accumulato si spande nel serbatoio cosmico del piano terrestre, come l'elettricità della bottiglia di Leyda si perde nel suolo. L'anima, rapita, s'inabissa per qualche attimo nelle regioni infinite dell'attrazione. È un momento d'incoscienza, durante il quale nessun'altra cosa esiste; il tuffo sublime nell’Assoluto!
La comunione è completa. La dea e l'uomo per un istante non fanno che una sola persona. La creatura trasportata nel mondo dei principii creatori gusta un poco la sensazione indefinibile del ritorno all’Assoluto, donde essa è uscita e dove ritornerà.
È qui, senza dubbio, per l'uomo, la più alta espressione delle sue attività cosmiche materiali. Inconsciamente, quando non è diretto dalla religione, ricercherà questo momento come il fine supremo delle attrazioni della sua carne; ma, quando una religione, ossia una scienza sotto forma ieratica, lo guida, egli si studierà di ottenere lo spasimo in una maniera logica e completa. Egli non si abbandonerà più al caso nell'abbraccio, ma s'accoppierà con un essere di polarizzazione fluidica contraria alla sua; terrà conto dell'ora, della posizione della terra nello spazio; s'ingegnerà di risentire un massimo di vibrazioni attrattive, e s' immergerà, fiducioso, nel seno della Dea. Allora il suo godimento sarà infinito; l'atto dell'amore prenderà l'andamento di un rito, e lo spasimo la forma di un sacramento. Cosi avverrà la comunione con Venere.
L’orgasmo è uno di quei fenomeni che sfuggono alla fisiologia propriamente detta. Questa si deve contentare di riconoscere il fatto e di mostrarne solamente il meccanismo nervoso. Il resto, la sensazione in sé stessa, avviene in quella parte dell'anima che oggi viene chiamata l'io subliminale, o ancora coscienza poligonale. Ma questo io subliminale non è se non una forma particolare dell'io cosciente, dal quale sembra differente solo perché rifiette gli stati del corpo fluidico. Ora è necessario considerare il corpo fluidico come il mediatore plastico del corpo umano. In questo senso sarà analogo all'Etere, che costituisce il mediatore plastico interplanetare. È dunque un mezzo vibratorio atto a ricevere e a trasmettere le vibrazioni cosmiche.
L’orgasmo è il resultato di vibrazioni cosmiche attrattive; ed è una vibrazione, lui stesso, d'un piano cosmico superiore, cioè, come dirà il teologo, del piano speciale alla Dea Venere. In una parola, l’orgasmo è la nostra maniera, per noi terrestri, di avere la sensazione dell'attrazione universale; la quale non si può analizzare perché è parafisica, superiore al concreto e inferiore all'astratto, e si trova perciò in un dominio intermediario, in modo che noi non ne abbiamo coscienza ma subcoscienza.
È chiaro che una religione fondata su la potenzialità e le modalità dell'attrazione, abbia, per sacramento principale, l’orgasmo. È il solo mezzo che l'adepto possiede per ricevere e risentire l’induzione elettro-magnetica di tutte le correnti attrattive.
Occorre che un sacramento, per avere una portata ieratica, sia non solo una funzione cosmica, ma presenti anche una moralità e una utilità.
Giacché noi pratichiamo da secoli la morale del Cristo, non sappiamo più distinguere le basi cosmologiche della morale universale. Perciò le nostre idee su la morale sono in perpetuo conflitto con la scienza.
Allarghiamo le nostre concezioni. Una morale è un complesso di modi razionali di vita, ovvero un codice dei costumi che può presentarsi sotto diversi aspetti, a seconda dell'orientazione che si da alla vita. I diversi aspetti della morale, cosi considerata, saranno dunque eguali fra loro, il bene e il male, il piacere e il dolore, il bello e il brutto, l'utilità o l’inconveniente, non saranno più, allora, che i rapporti soggettivi dei nostri atti considerati secondo il codice adottato. Questi rapporti sono dei postulati della morale; non ne sono il fondamento. Il fondamento della morale è semplicemente la logica. L'atto immorale è un atto anti umano; l'atto morale sarà un atto umano.
L’orgasmo, per i fedeli di Venere, è eminentemente morale, giacché, è umano; esso fa vibrare l'essere all'unisono delle correnti attrattive assolutamente necessarie, normali, naturali. È dunque il sovrano bene, la suprema bellezza, la migliore utilità, il perfetto piacere. Facendo, del resto, astrazione dalla volgare morale dei nostri giorni, qual è 1' uomo che non sia incline a pensare cosi? Tutti i fisiologi inoltre proclamano che l'essere deve necessariamente provare l’orgasmo; questo è dunque un bisogno, una utilità reale. Se non si sodisfa, gravi disturbi si manifestano nell'organismo.
Poiché l'attrazione nel genere umano ha per risultato sociale e fisico l'unione degli esseri, il matrimonio costituisce uno dei principali sacramenti di Venere. Ma qui il matrimonio è considerato principalmente dal punto di vista sessuale, non come il fondamento della famiglia; cosi che esso non implica alcun legamento di lunga o breve durata; è sopratutto un unione carnale per il piacere e per lo spasimo.
Esso ha dunque come complemento naturale il quinto sacramento: lo ierodulismo sotto la forma della prostituzione sacra. Lo ierodulismo è l'ordinazione ierofantica, la consacrazione completa del credente al servizio della Dea, e stabilisce una distinzione tra il fedele e il sacerdote. Mentre il primo non pratica la comunione se non in certe occasioni o feste solenni, il secondo, invece, ha il dovere di comunicare regolarmente. Lo ierodulismo, di conseguenza, diviene una maniera di prostituzione meritoria.
I sacramenti in una religione sono o necessari o facoltativi. Quelli di Venere sono tutti necessari meno lo ierodulismo. Nessun fedele infatti è mai costretto a consacrarsi al servizio del dio.
Tutti sono iniziativi, e corrispondono a stadi diversi nell' istruzione religiosa. Due soli sono comunicativi: la comunione e il matrimonio; e il fedele, per la loro moralità, deve praticarli nella vita giornaliera. Tuttavia, la comunione non è eccellente se non quando è compiuta nel tempio, solennemente e secondo il rito. Ma il matrimonio, che unisce gli sposi per la sua consumazione, può avere per conseguenza anche lo stabilimento della famiglia; è dunque principalmente il sacramento morale.
Quale è la ragione di tali sacramenti dal punto di vista delle funzioni cosmiche, della moralità e dell'utilità ordinaria ?
Con lo sverginamento, che pone l'essere in istato di ricevere le vibrazioni attrattive e di conseguire lo spasimo, si adempie incontestabilmente una funzione cosmica primordiale. Se il difetto delle membrane della verginità non fosse eliminato, si dovrebbe venire alla rinuncia dei benefici dell'amore. Ora, rifiutarli, vorrebbe dire non entrare in comunicazione con il piano terrestre di attrazione.
La stessa cosa deve dirsi della pubertà. Questo fenomeno s'impone, o che sia o che non sia conservata la macchia originale della verginità. Giunto il momento, esso si produrrà. L'evidenza della funzione cosmica è dimostrata dalla vita corrente.
Il matrimonio è necessario se se ne considera la funzione sociale, perché ha per postulato la riproduzione. Se l'uomo vi rinuncia, rinuncia anche alle vibrazioni cosmiche dell'attrazione. Perciò non si può negare che il matrimonio adempia una funzione cosmica.
La prostituzione invece ci appare oggi in disaccordo con le istituzioni naturali. La nostra mentalità, formata secondo i precetti della religione del Cristo, la quale ha in disdegno la carne, ci fa considerare la prostituzione sotto un aspetto sfavorevole, sebbene essa attorno a noi e in noi sempre si manifesti alla luce del giorno. Nel nostro sforzo evolutivo per separarci dall'animalità, noi crediamo che sia nostro vero compito unirci nella vita soltanto a un solo essere. Follia e orgoglio! Niente è più contrario alla nostra natura di uomini, dotati non solo d' un'anima intellettuale ma anche d'un corpo animale!
La prostituzione non è se non la consacrazione del fatto innegabile e costante della poligamia e della poliandria. In un certo senso, essa è superiore a qualsiasi istituzione matrimoniale fondata su false istituzioni. Ma effettivamente essa conduce all'eterismo e ci fa perdere la nozione della famiglia che non deve essere affatto trascurata.
È ciò che l'ierofante di Venere ha compreso. Egli si è ben guardato di stabilire una forma di matrimonio sotto parvenza di prostituzione o di istituire nella società l'eterismo. Del resto non lo avrebbe potuto. L'Alta Scienza gìà imponeva, per la costruzione geometrica della sua religione, di distinguere il matrimonio dall'ierodulismo, sotto pena di essere in discordanza con il piano delle vibrazioni attrattive terrestri di cui si serviva.
Il matrimonio nella religione di Venere, è prima di tutto l'unione sessuale; ma è anche l'unione sessuale degli sposi costituente la base della famiglia. L'ierodulismo, invece, è l'unione sessuale semplice, senza legame di sorta; è la prostituzione per il più gran numero di comunioni con la Dea.
È appunto qui, una funzione cosmica, quella cioè della ricerca del migliore orgasmo per il cambiamento di polarità del congiungimento. È una legge della nostra evoluzione: noi dobbiamo progredire nel nostro piano di vibrazione attrattiva, perciò cambiare di continuo. Si è riconosciuto che l'abitudine stanca e affievolisce la sensazione; noi non possiamo dunque sempre unirci al medesimo essere.
Quanto alla moralità di tali sacramenti, non c'è da discutere se sempre noi considereremo il bene relativo terrestre come ciò che è umano e il male relativo terrestre come ciò che è antìumano.
È umano di non conservare la propria verginità, di arrivare alla pubertà, di maritarsi, o quando mai di praticare la prostituzione. Antiumano sarà non amare, non procreare, e cadere nell'eterismo a causa della disorganizzazione della famiglia per mancanza di filiazione paterna come nella società a tipo ginecocratico. Nondimeno, se la prostituzione resta uno ierodulismo, se non esce dal tempio, essa prende l'andamento di una istituzione umana molto accettabile e profittevole. E le cortigiane, come pure gli efebi, che fanno voto all'amore, invece di essere considerati come disorganizzatori sociali, diventeranno esseri necessari la cui missione sarà di sodisfare alla funzione cosmica del cambiamento; esseri sacri secondo la religione di Venere. Ben si comprenderà dunque perché gli antichi popoli li onorassero.
E’ utile non conservare la propria verginità per maritarsi e di maritarsi per provare l’orgasmo. È utile anche stabilire una prostituzione sacra per permettere il cambiamento nel coito ai capi di famiglia e per dare adito all’orgasmo a coloro che non hanno famiglia.
Facendo astrazione da tutti i pregiudizi che ci hanno trasmesso le istituzioni cristiane, noi arriveremo facilmente a comprendere il meccanismo e le ragioni logiche di questa dimenticata e misconosciuta religione di Venere.
Qui, tuttavia, per la forma stessa della religione che è eminentemente concreta, ci sembra che lo ierodulismo sia puramente materiale. Non è che una apparenza, e ce ne convinceremo quando bene avremo riflettuto che ogni ierodulismo comporta una iniziazione e che ogni iniziazione conduce alla spiritualità.
Le sacerdotesse dei tempii di Venere si davano, certo, con un furore senza eguali, alla più completa prostituzione; ma, cosi operando, esse sodisfacevano precisamente alle condizioni della loro religione. E non si dedicavano forse, uscendo dalle braccia dei loro amanti, a sapienti dissertazioni anche intorno alle più elevate delle scienze? I filosofi, in Grecia, frequentavano volentieri le cortigiane, non certo, unicamente per i piaceri fisici, ma anche perché esse si trovavano capaci di discutere per esempio su la costituzione dell'universo. Come si potrebbe credere che degli speculatori cosi arditi e dei saggi cosi profondi come Socrate, Platone, Epicuro, Aristìppo, Pericle, Sofocle, Diogene, si compiacessero della conversazione con femminette ignoranti? Noi non sappiamo che cosa fosse precisamente una antica etéra, giacché non possediamo più in Occidente delle iniziazioni a Venere.
Lo ierodulismo di Venere dava una certa gloria. La cortigiana, poiché rappresentava in qualche modo la Dea, si recingeva dell'aureola della vittoria proclamata da Paride. Ed era giustificato il rispetto onde era circondata a causa della sua scienza profonda delle carezze e della loro ragione cosmologica. Istruita completamente in Amore, sorpassava tutte le altre donne per le sue raffinatezze; iniziava ai misteri dell’attrazione e si distingueva dalla moltitudine dei credenti per il possesso di riti segreti.
INDICE
IL MITO DI VENERE SECONDO LA TRADIZIONE
L'ascensione
Origine dell'Attrazione - L'Attrazione e l'Esistenza - L'Attrazione e l'Evoluzione - La vittoria dell’esistenza - L’origine del piacere - L’attrazione sfugge all’uomo - L’attrazione si unisce all’uomo - La morte - L’attrazione e il tempo - Trionfo dell’attrazione - Mortificazione - dell’attrazione - Conseguenze dell’attrazione
I quattro sensi del mito - Fonti del mito di Venere - L’amante nell’amore - La donna nella storia - L’esistenza sulla terra - Le quatro Veneri – Venere è il Sole – l’astrologia religiosa – il segno della Bilancia – Venere nello Zodiaco – evoluzione del cosmo solare – gnosi superiore
La corrente attrattiva – comunione in Venere – moralità dell’orgasmo – i cinque sacramenti di Venere – valore di essi – Ierologhi antichi – sverginamento dei bambini – l’Opera di carne – rito dello sverginamento – il sacramento della pubertà – la scienza dell’amore – i riti del matrimonio – la prostituzione sacra – preludio dell’iniziazione
Grandi e Piccoli Misteri – i tre gradi iniziatici – i riti del primo grado – riti del secondo grado – Derceto o la Venere dei Pesci – cerimonie di Derceto – riti del terzo grado – esoterismo del mito di Adone – cerimonie a Ciprigna – gli Dei Cabiri
Base dei decaloghi - Armonia, Amore, Voluttà - L'atto dell'Amore -L'Amore e una preghiera - Amori superiori - Amori contrariati - Gli amori sono passeggeri - L'Amore fattore di evoluzione - Amore della Razza - Amore sociale - Aggruppamenti sociali - L'Attrazione nella società - Decalogo del Piacere e dell'Amore - Gli amori contemporanei
Divine poteva sembrava innamorata. Arricciava le labbra in un sorriso tenero, malizioso e complice, abbassava gli occhi e poi, senza preavviso, li puntava di nuovo nei tuoi. E non potevi uscirne indenne. Ti amo, diceva con quegli occhi.
Ti amo, diceva, sono tua e ti voglio.Era capace di sillabarlo in uno stillicidio di promesse rese splendenti dal rossetto e dal vino, senza nemmeno aver bisogno di schiudere le labbra.Divine poteva sembrare innamorata, anche se di innamorarsi non le era mai capitato.Ma su quei letti, fra quegli stucchi eccessivi e gli specchi che impudichi riflettevano le oscenità che vi si consumavano, che fosse vero non aveva nessuna importanza.I postriboli sono il regno del verosimile, dell’immaginazione sfrenata, del desiderio soddisfatto.Sono il regno della carne e dell’anima, inscindibili ed inconciliabili.Gli specchi, e i quadri, le tende damascate e i profumi penetranti, l’incenso e i veli, l’Ostentazione e il Vizio, il Vino e la Morte e l’Amore – un amore consumato, stanco e disfatto, ma comunque orgoglioso nel suo essere tirato a lucido – erano racchiusi tutti nel sorriso di Divine.Aveva guardato tutto quello, l’aveva fatto scorrere sotto la sua pelle, nelle vene, l’aveva racchiuso in sé.Adesso lo rifletteva, Venere perfetta, Cibele incantatrice di belve, Arpia e Musa di quel tempio maledetto da Dio e dagli stessi uomini che la richiedevano ogni notte. Rifletteva in un sorriso il potere che aveva conquistato, le labbra perfettamente disegnate che si piegavano maliziose o crudeli sulla pelle di chi l’amava e la malediceva.Divine non poteva amare più.