venerdì 22 febbraio 2008

TI AMO DA MORIRE

Quattro parole, quattro luci abbaglianti. Mi sdraio sul letto cercando di non pensarci, ma non è facile.
Ti vedo….sei sdraiata sul letto. Hai le gambe bene aperte, vuoi vedere mentre gioco con il tuo sesso, nutrendomi, succhiandoti via l'energia che ti resta. Hai bisogno di guardarmi, di catturare i movimenti della mia lingua e collegare le immagini all'inferno di piacere che ti sta provocando. Sento che stai per venire di nuovo, ancora una volta. Sento che stai per perdere ogni controllo. Riesco a vedere il riflesso tenue della luce sulla tua pelle bagnata, tra le gambe, dove hai appena goduto in un tripudio folle di sensazioni.
Ti fa inferocire per come domino il tuo piacere. Ti senti impotente.
Ma mi lasci fare, ti basta guardarmi e sentirmi, intercettare un sorriso.



E' come una musica che ti entra dentro lentamente, come una canzone che ti resta in testa per giorni interi senza che nemmeno tu sappia le parole. E' come l'andamento lento e sensuale di una danza orientale. Ho le mie mani tra i tuoi capelli, ma non ho la forza di premerla contro di me. Le lascio lì, posate sulla tua testa, affinché seguano quei movimenti che mi stanno togliendo la forza di essere cosciente di quello che accade. E prima o poi il mio battito cardiaco tornerà normale. Adesso voglio solo sentire le tue labbra bagnate sulle mie. Ti siedi sulle mie ginocchia, indugi. Fai in modo che i tuoi capezzoli sfiorino le mie labbra, ma appena vedi aprire la mia bocca ti ritrai.







"Mi vuoi sentire?", ti chiedo con la voce alterata dall'eccitazione che torna ad impossessasi di me, del mio corpo, del mio cervello.
"Sì", mi rispondi con un sussurro, la bocca ancora aperta.
Metto una mano tra le tue gambe, faccio scivolare le dita tra le labbra, perché si impregnino di quello che è stato il tuo piacere e di quella che sta per essere di nuovo la mia voglia. Mi piace guardare il tuo volto mentre lei viaggia leggera, e leggervi il piacere assoluto .Mi piace sentire la forma del tuo sesso, godere dei suoi solchi pronunciati, delle sue vene impazzite. Mi piace sentirlo fremere sotto le mie dita, e osservare il tuo volto stravolto.E poi la poso, aperta, sulla tua faccia, senza alcun riguardo, perché mi senta e mi respiri.


Ho talmente tante sensazioni addosso che potrebbe scoppiarmi il cuore in un attimo e le mani mi formicolano, talmente sono gonfie di voglia. Mentre le tue cosce si strusciano contro le mie, il tuo pelo s'imbeve della mia eccitazione, la stessa che fino ad ora ti ha tenuta sul filo del rasoio, come una lupa in calore. Voglio che l'aria che respiro sia prigione per il mio petto inquieto ed il profumo che mi sta salendo al cervello sia la lama di piacere che mi penetra piano. Ti voglio, ti voglio annusare, non osare staccarti, non te lo permetterò.

Ti voglio respirare come se non avessi più scampo, come se fosse la mia unica, pazzesca, ancora di salvezza. Ti voglio folle e sragionata, ti voglio in trappola tra le mie mani che iniziano a toccarti ovunque, mentre il tuo bacino ondeggia e quel tuo movimento così sinuoso, così maledettamente eccitante...mi ammalia. Voglio insinuare questa lingua di fuoco nella grotta che è dimora per le tue labbra e catturare di te ogni sapore, soffocare ogni gemito, percuotere ogni parola...istigarti al delirio, distruggere ogni pudore per poi abbandonarmi alle carezze di entrambi.


Voglio scoparti. Voglio penetrarti, voglio entrare dentro di te. Dalla mia bocca semiaperta appare una lingua perversa, che inizia a frugare sul tuo collo pulsante e con tutta la sua forza preme contro quella pelle madida, assapora i lineamenti che delineano il viso e lentamente s'insinua dietro le orecchie, prima uno e poi l'altro, percorrendoli in ogni loro anfratto, facendosi strada tra le ciocche di capelli che cadono sulle spalle. Dall'orecchio scivolo all'angolo della bocca e lì mi soffermo. Inizio un piccolo movimento sussultorio, come se volessi scavarlo fino ad allargarla di più, fino a che diventi carne viva e quindi proseguo sempre molto lentamente sui contorni delle labbra, saggiandone la morbidezza, leccando in mezzo ad ogni più piccola piega. Dopodiché appiattisco più che posso la mia lingua e percorro quelle labbra a tappeto, come se fossero miele da consumare, menta fredda da divorare per avere un po' di sollievo, per quel fuoco che continua ad ardere, tremendo e irrispettoso di un cuore non abbastanza forte per queste palpitazioni. Ma non mi basta, voglio leccare anche le tue guance rosso porpora ed arrivare alle palpebre, intercorrere tra le sopraciglia, stroppiciarle, infradiciarle.

Ora sei prigioniera della mia bocca, sei tu che sembri immobilizzata, sei tu che pendi dalle mie parole mentre esse ti rendono pazza di idee, ti battono dentro al petto come un tamburo indigeno. Avida sporgi i tuoi denti e come una sanguisuga mi attacchi al collo, vuoi lasciarmi i segni della tua folle eccitazione.Le ciocche dei tuoi capelli ti percorrono le spalle, scivolando sul seno erto, sui capezzoli che sembrano marmo è in questo preciso momento che avverto ogni tuo brivido impadronirsi di te, comandare alle tue mani di rendermi il piacere, quello di toccarmi…la tua mano percorre la mia pancia e va ad insinuarsi tra le mie cosce. Mi piace che la tua mano sembri fatta apposta per lui. Lo sento mentre lo fai scorrere su e giù, dalla base alla punta, a tempo con i battiti dei nostri cuori. Sento che sono perfettamente complementari, che si amano a vicenda. Non hai bisogno di pensare, la mano sa cosa fare, e lo sa alla perfezione, sembra dialogare direttamente con me. Ora è il mio odore che hai sulle dita.



Le nostre bocche si toccano ancora, fino a che i baci diventano osceni, fino a che ti spingo verso il letto, trascinando nel vortice ogni più impudica percezione.
Sdraiata sul letto, nuda e ansimante per i troppi baci ricevuti, mi aspetti sorridente. Ho un piccolo bricco caldo in mano, ma tu hai gli occhi chiusi, non vedi.
Inizio a versare miele caldo sui tuoi piedi, sulle tue gambe. Mi soffermo appena un po’ di più sulle cosce che brillano alla luce dondolante delle candele. Salgo lentamente, guardo le gocce cadere dense sul tuo magnifico corpo, lambire i tuoi fianchi e riunirsi sotto, nell’incavo bellissimo della tua pancia. Mi piace sentirti sospirare. Verso miele sui tuoi seni, sui tuoi turgidi capezzoli, disegno cerchi leggeri.






Non ho fretta, aspetto che il tuo corpo reagisca. La tua bocca sorride e sospira invitante, non è facile resistere, e non posarvi la mia, secca di emozione. Su quelle labbra che so essere dolci come niente al mondo, faccio cadere alcune gocce. Ne assapori il gusto con la lingua. Oh, adorata lingua…non posso resisterle. La tue gambe si aprono un po’, rivelando l’unico punto che ho volutamente e un po’ crudelmente trascurato."
"Sono cauto. La goccia deve cadere esattamente lì. La guardo mentre si stacca lenta, tracciando nell’aria una linea gialla e odorosa. Cade, infine, ti tocca. Un piccolo urlo di dolore e piacere ti sfugge dalle labbra, sorrido.

Il tuo bellissimo corpo, vestito di miele e tremante, si tende e finalmente parli. “ ancora, ….ancora, ti prego….” Vieni ora sopra di me, ti voglio come piuma e macigno sopra di me, piacere e dolore senza tregua. Ora che i passaggi del tempo si annulleranno, solo ore infinite di fremiti e onde, costellazioni disegnate sui nostri corpi, marchiate nelle nostre menti, ora che non esiste domani, ora che c'è solo la notte...oscurità eccitante che ci travolgerà.
Ti amo da morire."

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