venerdì 22 febbraio 2008

O,FALLACI UN UOMO

Ti amavo come non avevo mai amato una creaturaal mondo, come non avrei mai amato nessuno. Una volta avevo scritto che l'amore non esiste e se esiste è un imbroglio. CHe significa amore? Significava ciò che provavo a immaginarti impietrito, per dio, con lo sguardo di un cane preso a calci perché ha fatto pipì sul tappeto, per dio, ti amavo, per dio. Ti amavo al punto di non poter sopportare l'idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, le tue colpe, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni, il tuo corpo con le spalle troppo tonde, le tue braccia troppo corte, le tue mani troppo tozze, le tue unghie strappate. E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello, e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l'amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, ma un amore così non eran neanche una malattia, era cancro!..."

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