ilvintes1958 ""IL RACCONTO DELL'AMORE ATTRAVERSO IL SE""
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mercoledì 29 settembre 2010
Tornatemi in mente nuvole, respirate il respiro della mia speranza; non curatevi dei miei sogni immaginari, la vita è una culla di speranze che il fuoco non sempre risparmia, lasciate la morte abbracciare le idee infondate e i pensieri che all’anima portano danno.
I puri battiti d’amore risuonano d’eco inascoltato, le oreccchie ascoltano solo il vento innocente descrivere il tempo dubbio, i pensieri provano a dipingerti come pennelli senza colori, ma è l’amore che ti disegna come nebbia felice nel buio noioso, la musica ti evoca come musa inascoltata che passiva illumina il mio amore assopito nel silenzio dellla vergogna,
sono i disegni che prendono forma nella nebbia della mia mente è il suono continuo che abbaia nelle tenebre dei mie sorrisi forzati, è la morte che padrona ti possiede, è la tenebra che padrona ti abbraccia forte; lasciati chiudere gli occhi, il buio è profondo, la luce non sempre torna.
Avere un pensiero unico, assiduo, di tutte le ore, di tutti gli attimi...Non concepire altra felicità che quella, sovrumana, irraggiata dalla sola tua presenza su l’esser mio… Vivere tutto il giorno nell’aspettazione inquieta, furiosa, terribile, del momento in cui ti rivedrò
Prendi i tuoi sogni e raccontali a chi sa capire, apri la tua anima a chi non ti farà mai del male.
Prendi la tua voce e parla serena delle tue paure, porgi il tuo ascolto a chi sa dirti solo la verità.
Prendi il tuo cuore e sappi sempre perchè batte, offri il tuo "eccomi!" a chi saprà che cosa farsene.
Prendi il tuo sorriso e regalalo a chi lo desidera, dona il tuo sguardo a chi ti cerca con il suo.
Prendi i tuoi giorni e fa di loro un radioso disegno, distendi le tue ali e impara a volare più in alto.
Prendi quel che sei e adoperalo con saggezza, sii sempre pronta a comprender ciò che non sai per non far della tua vita solo un inutile eterno rimpianto.
Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. È bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano - una volta un faccia a faccia forse in una porta girevole? uno «scusi» nella ressa? un «ha sbagliato numero» nella cornetta? - ma conosco la risposta. No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o il martedì scorso una fogliolina volò via da una spalla a un’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell’infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli su cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà.
Prendimi amore mio In questa notte che profuma solo di noi D'incenso e di poesia Dei nostri fiati sussurrati fra le labbra Di teneri sguardi velati Amami, nei giorni d'aurora All'imbrunire di un sole bambino Amami in un sogno che brilla d'eterno In una carezza sfiorata In un ti amo rubato Lasciami riposare sul cuore tuo Nell'incanto di un battito Unica voce col mio stringimi forte Ch'io possa rinascere in te In un amplesso di parole Tremanti in un sospiro di vento.
Il tuo corpo come un fiume, fiamma e ombra per me, mi trascina agli spazi del mar agitati; noi in onde d'oblio sperduti insieme, vicini nel piacere, nulla più ci consola di quel profumo di pelle vagabondo di felicità; così vaghiamo superstiti a quell'amor che non sa dirci addio, mai.
Vorrei che il tempo non portasse via che la gente non buttasse via mai. Vorrei fidarmi di te per darti il meglio di me. Solo il rispetto può difendere la libertà di poter scegliere pace dove non c'è... controllo delle idee...
E aspetteremo insieme un nuovo sole sorgere e sentirai la mia energia far parte anche di te guarda lontano dove bere ti è impossibile poi di colpo il silenzio lasciarsi andare nel vento...
Basta parlare in modo semplice magari farlo senza offendere. Parlami dei tuoi guai che forse sono anche i miei. Per tutti quelli che riescono a dare un senso a ciò che pensano perché non smetterò mai dì pure ciò che vuoi.
E aspetteremo insieme un nuovo sole sorgere e sentirai la mia energia far parte anche di te. Guarda lontano dove bere ti è impossibile poi di colpo il silenzio dopo un sorso di assenzio...
Aspetteremo insieme un nuovo sole sorgere e sentirai la mia energia far parte anche di te. Guarda lontano dove bere ti è impossibile poi di colpo il silenzio e tutto non ha più senso....
Il desiderio si accende al solo pensiero d'incontrarti e immagini di lussuria e dolcezza invadono la mia mente
La tua pelle si scalderà al passaggio delle mie carezze, e le tue labbra saranno dolci sulle mie. Ci avvolgeremo con le braccia come morbide coperte d'erba. Salirai su di me come un'onda sugli scogli e lenta e calda scenderai baciando ogni parte del mio corpo. Le tue labbra cercheranno fin dove le lascerò andare… Io ti guiderò verso il piacere e poi ti lascerò solo per sentirti gridare il mio nome.
Che cosa io veramente sono non so con chiarezza: misterioso, io vago prigioniero, incatenato nella mia mente.
1. Cerca Govinda! Cerca Govinda! Oh ignorante, quando la morte verrà, le regole della grammatica, che oggi cerchi affannosamente di padroneggiare, non ti daranno la salvezza.
2. Oh sciocco! Abbandona il tuo insaziabile desiderio di ricchezze terrene; sii mite e sviluppa serenità e contentezza. Sii soddisfatto e felice di ciò che guadagni col sudore della tua fronte e di quanto il destino ti darà in sorte.
3. Sedotto dalle grazie fisiche delle donne non abbandonarti ai sensi; il corpo è soltanto un ammasso di carne, non dimenticarlo mai.
4. La goccia d’acqua sulla foglia del loto è tremula e instabile. Così è la vita, sempre nell’incertezza. Il corpo è sempre ghermito dalla malattia, che potrebbe inghiottirlo in qualsiasi momento.
5. Finché sei capace di produrre ricchezza, amici e parenti si dimostrano solleciti, ma quando i tuoi arti diverranno infermi e le ricchezze saranno terminate nessuno si curerà di te, neppure quelli della tua casa.
6. Finché ci sarà piena vitalità nel tuo corpo, la tua gente si occuperà di te; ma appena l’anima abbandonerà il corpo, anche la moglie ti dovrà lasciare.
7. L’infanzia se ne va tra giochi e amicizie. La giovinezza scivola via nella ricerca dell’amore. Con la maturità si viene sommersi dalle preoccupazioni per la sicurezza e il futuro di moglie e figli. Così la vita si consuma tra le preoccupazioni e il resto. In nessuna età della vita un uomo trova il tempo di elevare il suo pensiero a Dio.
8. Ma in realtà chi è che ami e chi è tuo figlio? Sono assai strani invero questi legami famigliari; chi ti appartiene e a chi tu appartieni? Da dove vieni realmente, fratello, rifletti e cerca la verità.
9. La compagnia dei saggi distoglie dai falsi attaccamenti; quando l’attaccamento è svanito, l’illusione finisce; quando l’illusione finisce, la mente diventa controllata e stabile. Una mente controllata e stabile è qualificata per la Liberazione in vita.
10. Quando la giovinezza è finita, dove sono il desiderio e i suoi giochi? Dove è il lago quando le acque si prosciugano? Dove sono gli amici quando non sei più ricco? Quando si conosce la Verità, dove è l’inganno del Samsara?
11. I piaceri e le ricchezze della vita mondana sono apparenze fugaci. Vedi bene che non si tratta che di uno spettacolo a breve termine, dunque sii distaccato e spassionato, coltiva la rinuncia e cerca il Brahman.
12. Giorno e notte, alba e tramonto, inverno e primavera, tutto scorre sul palcoscenico del mondo. Mentre il tempo ci diverte e ci inganna, la nostra vita scorre via; eppure nemmeno per un attimo smettiamo di cedere ai desideri, né mai permettiamo ai desideri di abbandonarci.
13. Che follia! Perché ti agiti tanto per la moglie e per le proprietà? Perché non cerchi la Verità? Sappi che nei tre mondi, solo la compagnia dei saggi e dei santi può aiutare ad attraversare l’oceano della vita.
14. Gli asceti dai capelli intrecciati, gli uomini col cranio rasato o che si atteggiano in abiti gialli – tutti loro hanno occhi ma non vedono. Queste esteriorità sono solo truffe mondane, escogitate per riempire lo stomaco.
15. Il corpo è diventato decrepito, i capelli sono bianchi, la bocca sdentata, la schiena è curva e il vecchio uomo non può fare a meno del bastone; eppure ancora non ha perduto nulla, né ha lasciato la minima parte del fardello dei desideri.
16. E’ rimasto senza casa, la sua schiena è piegata dagli anni. Il suo corpo ha perduto calore e deve riscaldarsi davanti al fuoco o sotto il sole. Si ripara sotto gli alberi; vive di elemosine, delle briciole che la gente mette nel palmo teso della sua mano; di notte dorme stringendosi il petto alle ginocchia. Eppure, ancora non permette alla morsa del desiderio di allentare almeno un po’.
17. Ci si può bagnare nel sacro Gange o nel Ganga Sagar; aver svolto opere caritatevoli e osservato molti voti; eppure chi non vedrà la Verità non sarà liberato, nemmeno in cento vite.
18. Chi può disturbare la pace e la felicità di un uomo dotato di autentico spirito di rinuncia e di pieno controllo dei desideri; anche se fosse il più povero; anche se dormisse solo negli androni dei templi e nelle foresterie, o sotto gli alberi, o sulla nuda terra, con una pelle di animale per coperta.
19. Che uno sia assorto nello Yoga o immerso nel Bhoga (= fruizione dell’esteriore), che si diletti della compagnia degli altri o che si ritiri in solitudine, certamente non troverà la vera felicità; ma solo colui che gode interiormente del Brahman, solo lui è davvero felice e veramente nella gioia.
20. Anche solo un poco di studio e di comprensione della Bhagavad Gita, o bere una sola goccia dell’acqua del sacro Gange o una breve orazione per Murari – sono sufficienti a salvare dal confrontarsi con la morte.
21. Essere sottoposti alle pene della nascita di volta in volta, passare per le agonie della morte di volta in volta, e di nuovo trovarsi in un grembo materno, il processo del Samsara è davvero difficile da superare. Salvami, oh Signore misericordioso!
22. Vestito di stracci, percorrendo il cammino fin oltre il bene e il male, senza curarsi di guadagnare meriti con le buone azioni e senza abbassarsi a compiere il male, sempre assorto nella meditazione, lo Yogi gode sempre del Supremo, estraneo alle norme esteriori e al decoro. Il suo comportamento può sembrare capriccioso come quello di un bambino o eccentrico come quello di un lunatico.
23. Chi sei tu? Chi sono io? Da dove veniamo? Chi è mio padre, chi è mia madre? Indaga su questo e realizzerai che l’intero mondo dell’esperienza, tutte le preoccupazioni e i problemi, sono solo un sogno, una mera allucinazione, nata dall’immaginazione e dall’illusione. Con questa certezza sarai liberato dall’inganno del mondo.
24. In te, in me e in tutto non c’è altri che Vishnu. Se erroneamente vedi me differente, ti trovi mal disposto nei miei confronti. Prova a vedere in tutti gli esseri solo Vishnu che è il tuo stesso Sé. Abbandona il falso ed egoistico senso di separazione dagli altri esseri. Coltiva un sentimento di parentela, unità e unicità con tutto.
25. Non stimare nessuno amico o nemico, fratello o cugino; non sprecare le tue energie mentali in pensieri di amicizia o inimicizia. Riconoscendo il Sé in tutto, sii amabile e equanime verso tutti, senza preferenze.
26. Liberati dal desiderio, dalla rabbia, dall’avidità e dall’inganno. Contempla “chi sei”. Chiedi a te stesso, chi sono io? Gli sciocchi che mancano di comprendere il Sé sono condannati alla sofferenza in questa stessa vita.
27. Recita la Bhagavad Gita; canta i mille Nomi di Dio (Vishnu Sahasranama), medita costantemente sulla sua Consorte Lakshmi, guida la tua mente alla compagnia dei saggi. Offri le tue ricchezze in carità a coloro che sono poveri e bisognosi.
28. Appena uno indulge nei piaceri carnali, immediatamente va incontro alla sofferenza. Anche se vede la morte inevitabile e comprende che è la fine di tutto, l’uomo non riesce a distogliersi dalle condotte improbe.
29 E’ la ricchezza la causa di tutti mali e l’inizio della rovina. Tieni questo sempre bene a mente. Sappi che la ricerca del denaro non condurrà mai alla felicità. Il ricco teme e sospetta sempre, anche dei suoi figli.
30. Regola il respiro e controlla i sensi, discrimina tra l’eterno e il transitorio, tra ciò che dura e ciò che svanisce, pratica il Japa e la meditazione e sommergendo la coscienza fisica e mentale nella Consapevolezza dello Spirito, immergiti nel totale Silenzio Interiore. Compi tutto ciò senza mai esitare.
31. Abbandona te stesso ai piedi del Maestro, con la mente e i sensi disciplinati, e liberato dai ceppi del Samsara realizzerai il Signore che dimora nel tuo cuore.