Spingendo dolcemente
ho schiuso quella porta
che chiamiamo mistero.
Mammelle turgide
strette nelle mani.
Senza parlar del come,
senza pensare al poi,
senza chiederci fama o nome,
qui, amando l’amore,
tu e io ci guardiamo.
Stringi il mio seno,
apri il velo del mistero.
Un fiore vi sboccia,
cremisi e fragrante.
Se qui adesso
ripenso al percorso
della mia passione,
somigliavo a un cieco
senza paura del buio.
Ho sentito, non so perché,
che tu mi aspettavi
e sono uscita. Nella notte
improvvisa spuntò la luna
sui campi in fiore.
Senza chiederci
se sia giusto o sbagliato
se la vita futura
se la fama…Tu e io
ci amiamo ci guardiamo
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