lunedì 2 maggio 2011





Spingendo dolcemente
ho schiuso quella porta
che chiamiamo mistero.
Mammelle turgide
strette nelle mani.

Senza parlar del come,
senza pensare al poi,
senza chiederci fama o nome,
qui, amando l’amore,
tu e io ci guardiamo.


Stringi il mio seno,
apri il velo del mistero.
Un fiore vi sboccia,
cremisi e fragrante.

Se qui adesso
ripenso al percorso
della mia passione,
somigliavo a un cieco
senza paura del buio.

Ho sentito, non so perché,
che tu mi aspettavi
e sono uscita. Nella notte
improvvisa spuntò la luna
sui campi in fiore.

 
Senza chiederci
se sia giusto o sbagliato
se la vita futura
se la fama…Tu e io
ci amiamo ci guardiamo


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