domenica 22 maggio 2011

Passione 
deriva dal latino “passio” che significa sofferenza.
Questo ad indicare che solitamente la passione è considerata un’esperienza umana più dolorosa che piacevole, in quanto la passione è un fuoco che il più delle volte divora e distrugge non solo la coppia, ma anche gli individui coinvolti.
Infatti quando questo fuoco divampa non si pensa piu’ nè a se stessi nè al proprio partner, ma solo a ricercare il piacere lasciandosi alle spalle solo cenere; non per altro le grandi passioni, quando terminano, lasciano un vuoto interiore enorme, tutto è distrutto e bruciato anche i ricordi dei momenti felici vissuti.



La passione 




non riguarderebbe solo l’interesse per il corpo dell’altro, ma le “vere” passioni hanno anche e soprattutto un coinvolgimento mentale: si vuole tutto dell’altro, quasi la vita stessa.
L’oggetto della passione è di solito esclusivo e lo si vuole possedere per sempre; la passione diviene quasi un “incubo”, sia per chi la vive sia per chi la subisce.
Infatti la parola passione deriva anche dalla radice etimologica “passività’”.
Chi vive questo intenso trasporto emotivo, quindi, sarebbe come schiavo delle sue pulsioni e dei suoi desideri.
Si pensa che il passionale spesso viva in una situazione estrema: il piacere sessuale, la gioia, il dolore, tutto è vissuto in modo estremo, irrazionale e quasi istintuale.

Addirittura nell’atto sessuale c’è quasi la volontà di incorporare l’altro, in un intenso momento di fusione, il piacere si sviluppa dall’istinto non controllato.
Si dice che le grandi passioni non durino, infatti spesso questi rapporti terminano improvvisamente per motivi anche futili, e tragicamente quando la motivazione alla vita risiede solo nell’altro.
Nei casi meno drammatici le passioni terminano perché la tensione è talmente alta e la passione così insostenibile e dolorosa, che la sofferenza supera il piacere di stare con la propria “ossessione“.

Ma questo modo di descrivere la passione è solo la visione negativa di una società, come la nostra, appiattita dall’uniformità.
Oggi si favorisce la prudenza, la tranquillità, il controllo, mentre la passione è ribellione.
Nonostante la sessualità sia più libera, la passione amorosa è oggi considerata come irrazionale, perchè ubbidisce a un bisogno individuale, proiettando l’individuo fuori dalle regole morali, dall’ordine, dalla sottomissione ai doveri.


La passione 



va invece recuperata: è energia mentale pura, istintuale ma vitale,
è crescita interiore nell’unione con un altro essere, è esperienza e scambio relazionale.
La negatività della passione deriva solamente dalle costrizioni morali e sociali che le impediscono uno scorrere fluido.
Infatti per quale ragione invece di censurare la passionalità di una relazione non ci chiediamo perchè solo gli artisti e gli scienziati hanno il diritto di essere passionali?
Perchè la passione è indispensabile alla loro attività, è lo stimolo e la via per scoprire nuovi orizzonti.

La passione 



non deve spaventarci, impariamo semmai a gestirla, innanzi tutto lasciandola scorrere dentro di noi.
Se essa è piacere, come è piacere l’eros, non può esserne esclusa, è quindi un’emozione che partendo dal corpo contribuisce soprattutto a farci stare bene.




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