martedì 30 novembre 2010

Lui si muove lentamente verso l'uscita
scrolla via il sonno e imbocca il sentiero verso l'altopiano,
una figura solitaria che ora incede nervosa.
Certe mattine hanno l'aria così nitida
che si vede oltre l'immaginazione.
Attraverso le fessure della persiana lei, vedendolo allontanarsi, gli chiede scusa.
La sua piccola sagoma è un puntino che va via.

Che liberazione, trovare finalmente la pace!
Tutto quello che c'è bisogno di sapere

di ciò che avrebbe potuto e può essere,
si esauriscono i pensieri.
Non ci ha mai risposto abbastanza la nostra mente,
in questa forma umana che la nostra specie incarna.
Siamo come un continente senza nome a cui
resta ancora da capire l'appartenenza al sogno o alla realtà.

Luce bianca, intensa, attraverso gli occhi come fessure l'abbaglia.
L'uomo procede e le case sparse, sono intinte per metà nelle loro ombre.
Procede, supera l'isolato e sente distante un cane latrare.
Procede ora e l'aria che respira si è fatta più umida.
Procede fino a quando quell'aria gli da le vertigini.


Il mare taglia un sole nascente, come moneta d'argento.
Tutto racconta una distanza
e quella luce bianca lo avvolge.
Lei sprofonda nell'ombra.
Nuda sotto la doccia,
si sente un'isola sommersa dall'alta marea.

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