domenica 19 aprile 2009

Amor, che ne la mente mi ragiona
De la mia donna disiosamente,
move cose di lei meco sovente,
che lo 'ntelletto sovr'esse disvia.
Lo suo parlar sì dolcemente sona,
che l'anima, ch'ascolta e che lo sente,
dice:"Oh me lassa! Ch'io non son possente
di dir quel ch'odo de la donna mia!"
E certo è mi convien lasciare in pria,
s'io vò trattar di quel ch'odo di lei,
ciò che lo mio intelletto non comprende;
e di quel che s'intende
gran parte, perchè dirlo non savrei.
Però se le mie rime avran difetto
Ch'entreran ne la lode di costei,
di ciò si biasimi il debole intelletto
e 'l parlar nostro, che non ha valore
di ritrar tutto ciò che dice Amore.
Non vede il sol, che tutto 'l mondo gira,
cose tanto gentil, quanto in quell'ora
che luce ne la parte ove dimora
la donna, di cui dire Amore mi face.
Ogni intelletto di là su la mira,
e quella gente, che qui s'innamora,
nè lor pensieri la truovano ancora
quando Amor fa sentir de la sua pace.
Suo esser tanto a Quei che lel dà, piace,
che 'nfonde sempre in lei la sua vertute
oltre 'l dimando di nostra natura.
La sua anima pura,
che riceve da Lui questa salute,
lo manifesta in quel ch'ella conduce:
chè 'n sue bellezze son cose vedute
che li occhi di color dov'ella luce
ne mandan messi al cor pien di desiri,
che prendon àire e diventan sospiri.
In lei discende la virtù divina
Sì come face in angelo, che 'l vede;
e qual donna gentil questo non crede,
vada con lei e miri li atti sui.
Quivi dov'ella parla si di china
Uno spirito da ciel, che reca fede
Come l'alto valor ch'ella possiede
è oltre quel che si conviene a noi.
Li atti soavi, ch'ella mostra altrui,
vanno chiamando Amor ciascuno a prova
in quella voce che lo fa sentire.
Di costei si può dire:
gentile è in donna ciò che in lei si trova,
e bello è tanto quanto lei somiglia.
E puossi dir che 'l suo aspetto giova
A consentir ciò che par maraviglia;
onde la nostra fede è aiutata:
però fu tal da etterno ordinata.
Cose appariscon ne lo suo aspetto,
che mostran dè piacer di Paradiso;
dico ne li occhi e nel suo dolce riso,
che le reca Amor com'a suo loco.
Ella soverchian lo nostro intelletto
Come raggio di sole un frate viso:
e perch'io non le posso mirar fiso,
mi conven contentar di dirne poco.
Sua bieltà piove fiammelle di foco,
animate d'un spirito gentile
ch'è creatore d'ogni pensier bono;
e rompon come trono
li innati vizii, che fanno altrui vile.
Però qual donna sente sua bieltate
Biasimar per non parer queta e umile,
miri costei, ch'è essemplo d'umiltate!
Questa è colei ch'umilia ogni perverso:
costei pensò Chi mosse l'universo.
Canzone. è par che tu parli contraro
Al dir d'una sorella che tu hai;
che questa donna che tanto umil fai,
ella la chiama fera e disdegnosa.
Tu sai che 'l ciel sempr'è lucente e chiaro,
e quanto in sè non si turba già mai
ma li nostri occhi, per cagione assai,
chiaman stella talora tenebrosa.
Così , quand'ella la chiama orgogliosa,
non considera lei secondo il vero,
ma pur secondo quel ch'a lei parea:
chè l'anima temea,
e teme ancora, sì che mi par fero
quantunqu'io veggio là v'ella mi senta.
Così ti scusa, se ti fa mestero;
e quando poi a lei ti rappresenta,
dirai:"Madonna, s'ello v'è grato,
io parlerò di voi in ciascun lato".

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