sabato 25 ottobre 2008

Ci sono momenti in cui il mio corpo non tende verso niente, fluttuante nella vuota aria dei se; in quei momenti alcune voci trafiggono come aghi appuntiti la mia testa che vibra eccitata come da carezza di mano invisibile. Capisco l’astinenza quando la preferisco ad un’azione fasulla, contorta immagine di perverse mal riuscite ambizioni. Ho la bocca pastosa e gli occhi di un finto cieco mentre ti bacio. Non so dirti che ti amo, eppur non t’ho mai amato. Pregi convincenti adulano i cuori stanchi, così tu sai essere ottimo prestigiatore delle mie ore, destreggiando nelle tue mani rubati sorrisi e rampicanti sguardi. Getto un piede avanti sperando che il pavimento si colori specchiandosi nei tuoi occhi mai verdi come quel prato. Fingo che non sia solo pigrizia, nascondo consapevole questo battito che non scoppia per te nel mio petto e poi chiamo tutto questo, in poetico volo, speranza.

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