venerdì 24 ottobre 2008


Non capisco perchè
questo tuo sorriso
mi buchi lo stomaco
e l'acidità si scioglie
nella lontananza di uno sguardo
che altrove cerca la vita
scheggiata da attimi sbagliati.
E quel lupo
(maledette zanne feritoie di antichi torri)
stenta a tornare il cucciolo
che sulla neve scaldava
l'amore di orme appena accennate.

Non capisco la confusione
dell'animo trasfuso
in lisci capelli neri,
avvolgono il tuo pallore,
candido confetto
da condividere al mattino
in mani che frugano,
stirano l'abbraccio del mondo.

Non capisco l'intesa
di occhi complici,
del non cedere
al ricordo di come era
e come frega
il gambero che a ritroso nei suoi passi
cammina l'arte di una tela
bianca e l'acquarello
inizia il colore che non macchia.

Capisco l'essenza di un corpo,
profuma le emozioni,
i sentimenti liberano
una rabbia urlata
alla solitudine del vento.

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