Notte oceanica, brivido estasiante di stelle!
S’inabissa il mio spasimo; e il livido
ciel che parea minacciare procelle
Si scioglie in un mare d’oblio.
Ma io o musiche, in voi mi confondo,
se ancora la fievole ascolto mia voce
che affiora dal fondo
silenzio, e ricorre alla tacita foce,
a un tremulo oceano di sogno,
cui dolorando agogno
dal mio deserto atroce […]
Ma taci,mia anima, ascolta
le risonanze meste.
Il tuo spasimante grido improvviso d’angoscia
rotolando echeggia lungo l’immensa volta
della lucente cupola celeste,
e si rifrange e riscroscia
dentro i siderei silenzi
del tuo stesso pensiero.
E nel notturno abbandono
invano tu chiedi piangendo: Chi sono? »
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