martedì 18 agosto 2009


Vibrazioni pensose attraversano sogni chiusi nel cielo di canzoni luminose. Avrei voluto che il mio canto, come furia ardente, solcasse il mare del tuo cuore, e andasse - onda pacata - dritta al punto di non ritorno. Libero sarei poi tornato ai raggi di sole al tramonto, ala imponente incontro al vento di colline in fiore. Quieta mente, Avrei sostato alla finestra, per incontrare il tuo sguardo fuso col mio, nel tremore di stelle d’autunno. Ora ristagno languido, a guardare innocenze di bimbi, salvate in cerchi di porpora sublime, leggende ardite in campi di gioiosa bellezza.

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