venerdì 10 ottobre 2008

il profumo

Capi subito qual'era la fonte di quell'odore..la fonte era la fanciulla. Per un attimo fu talmente confuso che credette di non aver mai visto in vita sua una cosa cosi bella come quella fanciulla.
il suo sudore aveva un profumo fresco come la brezza del mare, il sebo dei suoi capelli dolce come olio di noce, il suo sesso come un mazzo di ninfee bianche , la pelle come fiori d'albicocco... e l'insieme di tutte queste componenti dava un profumo così ricco, così equilibrato, coaì affascinante che tutto ciò che aveva annusato fino ad allora in fatto di profumi , d'un tratto divenne puro non senso. Centinaia di migliaia di odori sembravano non valere più nulla di fronte a quest'unico odore. Era la pura bellezza.per lui fu chiaro che che senza quel profumo la sua vita non aveva più alcun senso. Doveva conoscerlo fin nei minimi dettagli, fin nell'ultima e più minuta delle sue particelle: ricordarlo soltanto non gli bastava. Voleva imprimere come un marchio questo profumo da apoteosi nel caos della sua anima, analizzarlo con la massima esattezza e da allora in poi pemsare , vivere , annusare soltanto secondo le strutture interne di questa formula magica.
Si avviò lentamente verso la fanciulla, sempre più vicino finchè, sotto la tettoia, si fermò a un passo dalle sue spalle.
Lei non lo udì.
aveva i capelli rossi e un vestito grigio senza maniche. Le sue braccia erano di un bianco candido , e le mani erano gialle per il succo delle mirabelle tagliate. lui stava curvo sopra di lei e aspirava il suo odore ora totalmente puro, cosi come saliva dalla sua nuca, dai suoi capelli, dalla scollatura del suo vestito, e lo lasciava scorrere dentro di sè come una lieve brezza .Non si era mai sentito così bene......
.... in terra tra i noccioli delle mirabelle, le strappò il vestito e il flusso di profumo divenne una marea che lo sommerse con la sua fraganza.Affondò il viso nella sua pelle e passò le sue narici dilatate dal ventre al petto, al collo , sul suo viso sulle sue cosce sulle gambe bianche . S'imbevve di lei dalla testa ai piedi, raccolse gli ultimi resti del suo odore sul mento, nell'ombelico e tra le pieghe dell'incavo del gomito. Quando l'ebbe annusata fino allo sfinimento, restò accovacciato accanto a lei ancora un momento per riprendersi.. Era stracolmo di lei...."

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