domenica 11 aprile 2010


Essere ogni essere è il sublime capire ma il tempo dell'anima felice è lontana a divenire l'oggi è ancor privo di quella essenza che apre il cuore e libera la mente. Amore, vita... e nulla più. Sentirsi così trascinati da un oblio che mette fine ai mille conflitti quotidiani, debolezze della carne! Questo è il futuro da invocare ardentemente. Amore, vita; vita, specchio riflesso... Riflesso e qui è l'inganno: guardare le pulsioni dell'oblio, e non viverle fino che la morte libera il tormento. Ecco la verità che ci riguarda, la natura ci fa tutti liberi, e dovunque noi siamo in catene. Crediamo che potere e ricchezza possono ridarci la libertà perduta, e invece ci rendono ancor più schiavi. E chi non vorrebbe riavere indietro l'innocenza. Grande sarebbe la gioia se la vita sciogliesse le nostre membra come un tempo. Tutto svanirebbe, i dolori e le pene sopportate fino adesso, la crudeltà dei tiranni, le frustrazioni dell'orgoglio, le fitte d'amore spezzato, l'arroganza dei potenti e l'ingiustizia verso i deboli derisi, chi potrebbe mai cancellare questo se non la vita stessa che è in noi? Chi non vorrebbe felicità e armonia ora, sotto questo cielo azzurro, se non fosse la paura di sentire quello che nessuno mai è tornato a sentire. La prigione, così, fa tutti ciechi, così il ricordo della libertà si riflette in noi come un sogno, e le imprese alte e basse ci disviano illudendoci di aver trovato l'uscita vera.

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