giovedì 2 luglio 2009

Quando senti il desiderio che ti prende, ti attorciglia le viscere sino a star male, e la mente pregna dei pensieri, come spugna imbevuta che più non può contenere e gocce cadono sparse.

Quando senti la tua natura, gridare silente in un deserto vorresti
scavare, con le nude mani in una terra infertile sino a sanguinare le dita e poi guardarle incredulo.
Ti domandi il perché delle cose e quella morsa ti stringe lo stomaco, si fa beffe di te perché sa che non ne puoi fare a meno.
Essere nell’essere in questa duplicità in cui la mente si fa
corpo ed il corpo mente ed entrambi assaporano, entrambi hanno fame.

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